venerdì 3 giugno 2011

Come si legge il pensiero [video] - Wired.it

Come si legge nel pensiero [video]

DreamBrain è il casco con cui Riccardo Prodam riesce a comunicare con suo padre. Nella videointervista ci spiega come funziona

01 giugno 2011 di Wired.it Staff

Cover giugno, particolare

 

  • Cover giugno, particolare

    Cover giugno, particolare

Il  13 dicembre 2009, Fabrizio Prodam, imprenditore torinese, viene colto da ictus. I danni all’encefalo lo privano di movimento e della capacità di comunicare. Ma non di pensare, avere esigenze e sentire. E il figlio Riccardo gli sussurra all’orecchio: “ non ti preoccupare papà, questa la risolviamo”. Comincia così l’avventura di Riccardo - raccontata su Wired di giugno -, che di mestiere è ingegnere con una specializzazione in calcolo combinatorio, alla ricerca di un mezzo che lo metta in comunicazione con la mente del padre.

Dopo mesi e mesi passati a studiare, a confrontarsi con colleghi matematici e logopedisti, arriva a creare un casco dotato di sedici elettrodi che, appoggiati sulla testa, basandosi su un modello matematico, decifrano i messaggi cerebrali. L’avventura disperata di un figlio per aiutare il padre ha partorito un’invenzione attorno a cui oggi lavora un team di persone, ad esempio la sorella Flavia Prodam, e i cui brevetti stanno per essere depositati, come racconta lo stesso Riccardo nella videointervista rilasciata a Wired.it. Perché leggere la mente è da sempre uno dei sogni più grandi della scienza: non solo in campo medico, anche militare.


La tecnologia del casco in sei passi

1 Sedici sensori senza gel né bisturi
I 16 sensori del caschetto utilizzato dal DreamBrain si appoggiano sulla testa, senza bisogno di applicare gel o di impiantare chirurgicamente nei tessuti gli elettrodi. Il casco, prodotto dall’americana Emotiv, costa circa 3mila euro. Da tempo è utilizzato per gli elettroencefalogrammi medici.

2 Nel cervello corre l’onda
I sensori, all’interno della calotta, rivelano le variazioni di corrente elettrica prodotte dall’attività dei neuroni e associate alle onde cerebrali, trasmettendo il segnale a un netbook su cui gira il software.

3 Connessi senza fili
Addio fili e cavetti: la trasmissione dei dati al pc è wireless e lascia a chi lo indossa il massimo di comfort. L’unico gesto da fare è accendere il pc.

4 Il software non sa, ma impara
Chi indossa il caschetto per la prima volta deve attendere alcuni minuti perché il software possa campionare i segnali provenienti dalla sua corteccia cerebrale e calibrare il modello matematico. Gli impulsi relativi a un pensiero, ad esempio il desiderio di bere, sono elaborati con algoritmi che traducono cosa si pensa. L’accuratezza è dell’82% nei pazienti colpiti da ictus e altre patologie, ma superiore al 90% nei soggetti sani.

5 “Sì grazie, voglio bere!”
Una volta accesa e tarata, la macchina propone una serie di azioni con un’interfaccia grafica user-friendly sviluppata dalla torinese Brainer per tradurre ciò che pensa chi indossa il casco.

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