Giappone, ecco perché la terra ha tremato [foto]  Una serie di quattro scosse in mare, la più forte di 8.9 sulla scala Richter, hanno fatto tremare le isole nipponiche. Subito dopo lo tsunami. Ecco cosa è successo dal punto di vista geologico  11 marzo 2011  di Emanuele Perugini  Lo tsunami  Un'immagine dello scontro tra imbarcazioni causato dallo tsunami    ‹  ›  ‹                                                                        ›  01234567891011121314151617  Quattro scosse una dietro all'altra nell'arco di meno di dodici ore hanno devastato la costa occidentale dell'Isola di Honshu in Giappone ad appena un centinaio di chilometri a nord della capitale Tokyo. E hanno scatenato un maremoto con onde alte anche dieci metri che si è abbattuto sulla costa con un preavviso di solo una ventina di minuti travolgendo porti, strade, infrastrutture e penetrando nella costa in alcuni casi per qualche chilometro.     Venerdì le autorità giapponesi hanno immediatamente bloccato l'aeroporto di Tokyo e le quattro centrali nucleari che si trovano nell'area colpita dal terremoto e dallo tsunami. Danni si segnalano un po' ovunque nella regione e anche nella capitale. Si è trattato infatti di un evento " 30mila volte più forte del sisma dell'Aquila", dice Enzo Boschi, presidente dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.     La sequenza sismica in Giappone era attiva già da qualche giorno. Proprio lo scorso 9 marzo una scossa di 7.2 di magnitudo della scala Richter aveva colpito la zona. Poi una serie di scosse di assestamento di minore intensità fino a ieri sera, quando la sequenza ha accelerato con effetti dirompenti.           Le scosse sono cominciate intorno alle 5 ora italiana in mezzo al mare. Le prime due, di magnitudo 6.2 e 6.1 sono avvenute a profondità variabili tra i 43 chilometri e i dieci chilometri sotto la crosta terrestre. Poi alle 10:20 di sera una terza scossa sempre di intensità 6.1 ancora a 44 chilometri di profondità. Dopo qualche ora, alle 6:46 l'apocalisse: una scossa pari a 8.9 della scala Richter con ipocentro a soli dieci chilometri di profondità in mezzo al mare a cento chilometri al largo della città di Sendai, ha scatenato il disastro.     " Un terremoto così violento il Giappone non lo aveva mai visto", spiega Franco Mele funzionario della sala sismica dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).  " Almeno da quando le scosse sismiche - continua - hanno cominciato ad essere misurate con i sismografi. Per trovare un altro terremoto di magnitudo superiore all'ottavo grado della scala Richter bisogna risalire al 1933 quando venne registrato un terremoto pari a 8.3 della scala Richter".     " Il Giappone è in una zona ad altissimo rischio sismico, su un punto congiunzione tra quattro diverse placche. Si è verificata una subduzione, uno spostamento di una placca sotto un'altra, della placca pacifica sotto quella dell'isola di Honshu, un fenomeno - dice Mele - che avviene in milioni di anni, con movimenti che a volte sono lenti e non generano terremoti e altre volte invece provocano scatti più forti. Come in questa occasione".  Pagina successiva   1 2     This opera is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.  open/closeTIMELINECOMMENTICOMMENTI AUTOREUPDATESCORRELATITags correlati: terremoto Giappone scala Richter Honshu tsunami Enzo Boschi Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Franco Mele Stefano Tinti università di Bologna Follow: Segui    Inserisci il tuo nome    Inserisci qui il tuo commento:    VOTA  6Wired  0Tired  0Expired  +  Segui    Condividi          DAILY WIREDPIÙ RECENTI PIÙ SEGUITI  8 ore fa | INTERNET  Pronti al ritorno degli alieni? [il meglio di Wired.it]  8 ore fa | INTERNET  Chi conosce Selena Gomez? 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