sabato 1 gennaio 2011

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Brain Games & Brain Training - Lumosity

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Clock DJ | Fubiz™

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The new time in 2011

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martedì 28 dicembre 2010

browsernik - Tatiana Plakhova

browsernik - Tatiana Plakhova

Un Gene per il comportamento impulsivo grave

Un gene per il comportamento impulsivo grave La mutazione scoperta è a carico del gene HTR2B che codifica per un tipo di recettore per la serotonina, un neurotrasmettitore in grado d'influenzare molti comportamenti, tra cui l'impulsività Una variante genetica di un recettore del cervello umano può contribuire al comportamento impulsivo violento sotto l'influenza dell'alcol: è quanto hanno scoperto i ricercatori del National Institutes of Health (NIH) che descrivono il risultato in un articolo pubblicato sulla rivista Nature. “L'impulsività, o 'tendenza all'azione senza previsione', compare in molti comportamenti patologici, tra cui il suicidio, l'aggressività patologica e le dipendenze”, ha commentato David Goldman, direttore del Laboratory of Neurogenetics del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) dei NIH. “Ma si tratta anche di un tratto di grande valore conservativo per l'individuo quando occorre prendere decisioni tempestive in situazioni ad alto rischio." In quest'ultima ricerca, i ricercatori hanno studiato un campione di questi soggetti impulsivi in Finlandia, in cui vive tutt'ora una popolazione con una storia genetica unica. “La maggiore parte dei finlandesi deriva da un ristretto numero di coloni originari, una circostanza che diminuisce la complessità della ricerca sulle cause della patologia nel paese”, ha continuato Goldman. “Studiando la genetica dei soggetti che hanno commesso crimini violenti si aumenta così la probabilità di trovare geni in grado d'influenzare il comportamento impulsivo.” I ricercatori hanno sequenziato il DNA dei soggetti impulsivi e hanno confrontato i dati raccolti con sequenze analoghe di soggetti normali, che costituivano il gruppo di controllo. Da ciò si è scoperto che una singola variazione, che blocca un gene noto come HTR2B, è un fattore predittivo di comportamento impulsivo. L'HTR2B codifica per un tipo di recettore per la serotonina presente nel cervello. Una parziale conferma del dato è il fatto che la serotonina è un neurotrasmettitore in grado d'influenzare molti comportamenti, tra cui l'impulsività. “L'aspetto interessante è che da sola la mutazione genetica non può causare questo tipo di comportamento”, ha sottolineato Goldman. “I portatori di tale mutazione a carico del gene HTR2B che hanno commesso crimini da comportamento impulsivo erano maschi ed erano tutti diventati violenti solo dopo ave consumato alcol, che di per sé porta a un calo delle inibizioni dei comportamenti”. Pubblicato da nicblog a 10:19 0 commenti Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Google Buzz

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SOFTWERLAND

lunedì 27 dicembre 2010

browsernik - PARACADUTISMO: il sogno di Icaro è quasi... realtà

Check out this website I found at browsernik.livejournal.com

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Galileo - Giornale di Scienza | Nel cervello come in un videogame

Si tratta di un database open source e open access, in cui poter esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e disegni al computer, il cervello di un topo. 

 

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Galileo - Giornale di Scienza | Nel cervello come in un videogame

Si tratta di un database open source e open access, in cui poter esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e disegni al computer, il cervello di un topo. 

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CIBERNIX - Frustrazione ciibernetica

class="posterous_quote_citation">via blog.libero.it
http://www.nature.com/neuro/journal/vaop/ncurrent/full/nn.2724.html Relazione tra le dimensioni dell'amigdala e la complessità della vita sociale Post n°93 pubblicato il 27 Dicembre 2010 da BROWSERIK Tag: neuroscienze, scienze cognitive http://data.kataweb.it/kpmimages/kpm3/misc/scienze/2010/12/26/jpg_1346095.jpg... gli autori la correlazione è peculiare: non esiste una simile relazione tra altre strutture subcorticali e la vita sociale umana e il volume dell'amigdala non è correlato ad altre variabili tipiche della vita sociale degli esseri umani Anche nell'essere umano l'amigdala è fondamentale per sviluppare una ricca e varia vita sociale: è questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscienze che confermerebbe precedenti ricerche su altre specie di primati che hanno avuto come oggetto le dimensioni e la complessità dei gru ppi sociali. "Sappiamo che i primati che vivono in ampi gruppi sociali hanno una amigdala di grandi dimensioni anche una volta normalizzati i dati rispetto alle dimensioni del cervello e a quelle del corpo", ha commentato Lisa Feldman Barrett, psichiatra del Massachusetts General Hospital (MGH) che ha guidato lo studio. "In modo analogo se si considera l'essere umano, il volume di questa regione cerebrale risulta direttamente proporzionale alle dimensioni e alla complessità delle reti sociali stabilite nell'età adulta". Si tratta di una circostanza peculiare, dal momento che gli stessi studiosi hanno mostrato come non esista evidenza di una simile relazione tra altre strutture subcorticali e le caratteristiche della vita sociale umana. D'altro canto, il volume dell'amigdala non è correlato ad altre variabili tipiche della vita sociale degli esseri umani. "La correlazione, inoltre, sembra valere sia per i giovani sia per gli adulti e senza evidenti differenze tra uomini e donne" ha sottolineato Bradford C. Dickerson, ricercatore del dipartimento di neurologia del Martinos Center for Biomedical Research. i ricercatori sono giunti al risultato analizzando le risposte a un questionario circa il numero dei rapporti sociali stabili di 58 volontari di entrambi i sessi e di età compresa tra 19 e 83 anni e mettendole a confronto con le scansioni effettuate mediante risonanza magnetica che hanno fornito indicazioni circa le dimensioni delle diverse strutture cerebrali, tra cui il volume dell'amigdala. Il risultato in definitiva sarebbe coerente con la cosiddetta ipotesi del cervello sociale, secondo cui l'amigdala si sarebbe evoluta parallelamente alla complessità della vita sociale, che raggiunge il punto massimo tra i primati. Altre ricerche, infine, stanno cercando di chiarire il ruolo di anomalie in questa regione cerebrale in diversi deficit neurologici e psichiatrici.

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domenica 26 dicembre 2010

Viaggio in Cappadocia TURCHIA

Viaggio in Cappadocia TURCHIA

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RUSSIA

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24.08.10 проекционное шоу в Харькове (http://vj.kharkov.ua)

Fantastico

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Fantastico

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Ti amo anche se non so chi sei | Scienza in Rete

 

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Ti amo anche se non so chi sei | Scienza in Rete

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Buone Feste da Google 2010

Gli utenti di Google aiuteranno 50.ooo.ooo di persone nel 2011

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Buone Feste da Google 2010

Le emozioni, i dubbi, la rabbia Facebook studia il suo popolo - Repubblica.it

LA RICERCA

Le emozioni, i dubbi, la rabbia
Facebook studia il suo popolo

I giovanissimi sono i più irrequieti, con l'età si tende a parlare degli altri e pensare alla famiglia. I pensieri positivi sono molto apprezzati, quelli negativi i più discussi e commentati. Ecco cosa emerge dall'analisi dei messaggi che gli utenti del social network pubblicano sulla loro bacheca di TIZIANO TONIUTTI

Le emozioni, i dubbi, la rabbia Facebook studia il suo popolo

ROMA - Un milione di pensieri degli utenti passati al setaccio, tra la popolazione di madrelingua inglese. Questa la via scelta da Facebook per provare a disegnare una mappa sociale basata sulle emozioni e gli stati d'animo, attraverso l'analisi dei messaggi di "status" lasciati dagli utenti. Ne viene fuori un quadro complesso che dipinge le correlazioni tra età e sensazioni condivise, pensieri e parole, argomenti che diventano importanti in orari ben precisi. Che delinea un livello di interazione tra individui finora inedito e che esiste perché esiste lo spazio virtuale del social network.

L'analisi. Facebook ha analizzato la correlazione tra età, argomenti e linguaggio utilizzato per esprimerli. E la linea tracciata dai risultati è chiara: i messaggi con contenuti positivi, spiritosi, ironici, raccolgono molti "mi piace": gli utenti cliccano volentieri sul pulsante di apprezzamento, un'approvazione silenziosa in termini di parole ma che crea comunque un volume di interesse. Se invece i messaggi sono di tendenza negativa, pensierosa o più articolata, gli utenti/amici di chi l'ha scritto tendono a commentare ed esprimere più dettagliatamente il loro punto di vista sull'argomento. Mal comune mezzo gaudio insomma, ma in questo comportamento si può leggere una strutturazione più complessa della risposta sociale: ti rispondo per aiutarti, ma anche per aiutarmi e per vedere se qualcun altro scriverà qualcosa che potrà aiutare anche me. Insomma, la

https://secure.europe.hp.com/h41111/rfg_formprocessor/global-essn-proliant-mi.../it/smb/tsg/repubblica.it-ba-st_300x250_chev/master_Global_ESSN_ProLiant_MicroServer/20101202" target="_blank"> http://ad-emea.doubleclick.net/jump/N5851.157625.MANZONIADVERTISING./B5067884...?"> Click Here
"rete sociale" nella sua realizzazione ideale.

Età e orari.
Dal punto di vista dell'età, secondo i dati sono gli utenti più giovani quelli più arrabbiati, e focalizzati sulla propria persona. Nei loro messaggi ci sono più emozioni negative e parolacce rispetto a quelli degli utenti più adulti, che invece tendono a privilegiare argomenti come la famiglia, il lavoro e le vite degli altri: più si sale con l'età, più i pronomi si spostano dalla prime persone alla seconde. L'ora del giorno in cui si accede al network incide anche sulla scelta di argomenti e parole. A notte fonda, verso le 4, l'argomento più gettonato è naturalmente il sonno, mentre il lavoro è ciò di cui si parla prima di andare in ufficio. Quando il cielo è buio, intorno all'una di notte, arrivano le emozioni più negative, mentre all'alba, intorno alle sette, i commenti sono positivi e riflettono l'arrivo della luce. La linea emotiva dei pensieri accompagna infatti l'arco solare, iniziando positiva e esprimendo più negatività mano a mano che il sole tramonta.

Un quadro vivente. Con questa analisi, Facebook ha realizzato un'istantanea animata del campione sociale preso in oggetto, che probabilmente alla luce dei modelli di vita non dissimili, si può estendere all'occidente tutto e non solo ai paesi anglofoni. Sono però dati che rimangono dentro Facebook, e che studiati in dettaglio fuori dal social network potrebbero aiutare a comprendere meglio come vivono le persone, cosa spinge la gente a condividere un pensiero, e se davvero la misurazione della qualità della vita può basarsi ancora su parametri antecedenti alle reti sociali. Sono dati che dimostrano l'esistenza di una umanità che utilizza la tecnologia come ausilio alla socialità, dopo che nella scorsa era, quella della tv, l'aveva utilizzata per isolarsi.

(24 dicembre 2010) © Riproduzione riservata


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Le emozioni, i dubbi, la rabbia Facebook studia il suo popolo - Repubblica.it

LA RICERCA

Le emozioni, i dubbi, la rabbia
Facebook studia il suo popolo

I giovanissimi sono i più irrequieti, con l'età si tende a parlare degli altri e pensare alla famiglia. I pensieri positivi sono molto apprezzati, quelli negativi i più discussi e commentati. Ecco cosa emerge dall'analisi dei messaggi che gli utenti del social network pubblicano sulla loro bacheca di TIZIANO TONIUTTI

Le emozioni, i dubbi, la rabbia Facebook studia il suo popolo

ROMA - Un milione di pensieri degli utenti passati al setaccio, tra la popolazione di madrelingua inglese. Questa la via scelta da Facebook per provare a disegnare una mappa sociale basata sulle emozioni e gli stati d'animo, attraverso l'analisi dei messaggi di "status" lasciati dagli utenti. Ne viene fuori un quadro complesso che dipinge le correlazioni tra età e sensazioni condivise, pensieri e parole, argomenti che diventano importanti in orari ben precisi. Che delinea un livello di interazione tra individui finora inedito e che esiste perché esiste lo spazio virtuale del social network.

L'analisi. Facebook ha analizzato la correlazione tra età, argomenti e linguaggio utilizzato per esprimerli. E la linea tracciata dai risultati è chiara: i messaggi con contenuti positivi, spiritosi, ironici, raccolgono molti "mi piace": gli utenti cliccano volentieri sul pulsante di apprezzamento, un'approvazione silenziosa in termini di parole ma che crea comunque un volume di interesse. Se invece i messaggi sono di tendenza negativa, pensierosa o più articolata, gli utenti/amici di chi l'ha scritto tendono a commentare ed esprimere più dettagliatamente il loro punto di vista sull'argomento. Mal comune mezzo gaudio insomma, ma in questo comportamento si può leggere una strutturazione più complessa della risposta sociale: ti rispondo per aiutarti, ma anche per aiutarmi e per vedere se qualcun altro scriverà qualcosa che potrà aiutare anche me. Insomma, la

https://secure.europe.hp.com/h41111/rfg_formprocessor/global-essn-proliant-mi.../it/smb/tsg/repubblica.it-ba-st_300x250_chev/master_Global_ESSN_ProLiant_MicroServer/20101202" target="_blank"> http://ad-emea.doubleclick.net/jump/N5851.157625.MANZONIADVERTISING./B5067884...?"> Click Here
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Età e orari.
Dal punto di vista dell'età, secondo i dati sono gli utenti più giovani quelli più arrabbiati, e focalizzati sulla propria persona. Nei loro messaggi ci sono più emozioni negative e parolacce rispetto a quelli degli utenti più adulti, che invece tendono a privilegiare argomenti come la famiglia, il lavoro e le vite degli altri: più si sale con l'età, più i pronomi si spostano dalla prime persone alla seconde. L'ora del giorno in cui si accede al network incide anche sulla scelta di argomenti e parole. A notte fonda, verso le 4, l'argomento più gettonato è naturalmente il sonno, mentre il lavoro è ciò di cui si parla prima di andare in ufficio. Quando il cielo è buio, intorno all'una di notte, arrivano le emozioni più negative, mentre all'alba, intorno alle sette, i commenti sono positivi e riflettono l'arrivo della luce. La linea emotiva dei pensieri accompagna infatti l'arco solare, iniziando positiva e esprimendo più negatività mano a mano che il sole tramonta.

Un quadro vivente. Con questa analisi, Facebook ha realizzato un'istantanea animata del campione sociale preso in oggetto, che probabilmente alla luce dei modelli di vita non dissimili, si può estendere all'occidente tutto e non solo ai paesi anglofoni. Sono però dati che rimangono dentro Facebook, e che studiati in dettaglio fuori dal social network potrebbero aiutare a comprendere meglio come vivono le persone, cosa spinge la gente a condividere un pensiero, e se davvero la misurazione della qualità della vita può basarsi ancora su parametri antecedenti alle reti sociali. Sono dati che dimostrano l'esistenza di una umanità che utilizza la tecnologia come ausilio alla socialità, dopo che nella scorsa era, quella della tv, l'aveva utilizzata per isolarsi.

(24 dicembre 2010) © Riproduzione riservata


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