giovedì 9 giugno 2011

:: OM-2011 ::

Ontology matching is a key interoperability enabler for the Semantic Web, as well as a useful tactic in some classical data integration tasks dealing with the semantic heterogeneity problem. It takes the ontologies as input and determines as output an alignment, that is, a set of correspondences between the semantically related entities of those ontologies. These correspondences can be used for various tasks, such as ontology merging, data translation, query answering or navigation on the web of data. Thus, matching ontologies enables the knowledge and data expressed in the matched ontologies to interoperate.

The workshop has three goals:
  • To bring together leaders from academia, industry and user institutions to assess how academic advances are addressing real-world requirements. The workshop will strive to improve academic awareness of industrial and final user needs, and therefore direct research towards those needs. Simultaneously, the workshop will serve to inform industry and user representatives about existing research efforts that may meet their requirements. The workshop will also investigate how the ontology matching technology is going to evolve.

  • To conduct an extensive and rigorous evaluation of ontology matching approaches through the OAEI (Ontology Alignment Evaluation Initiative) 2011 campaign. The particular focus of this year's OAEI campaign is on real-world specific matching tasks involving, e.g., open linked data and biomedical ontologies. Therefore, the ontology matching evaluation initiative itself will provide a solid ground for discussion of how well the current approaches are meeting business needs.

  • To examine similarities and differences from database schema matching, which has received decades of attention but is just beginning to transition to mainstream tools.

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    Il caos alle Poste? Tutta colpa della nuvola - Wired.it

    Il caos alle Poste? Tutta colpa della nuvola

    Dal sistema centrale, il problema si è diffuso a tutti i terminali. E addio ai pagamenti di bollettini o al ritiro delle pensioni. Ecco cosa sta succedendo

    08 giugno 2011 di Alessandro Longo

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    Tutta colpa dei software in cloud computing. Il problema che da mercoledì ha reso un’impresa titanica fare operazioni agli sportelli di Poste Italiane nasce infatti dal cuore del sistema centrale, ma poi si è propagato ai software dei singoli computer, all’interno di un’architettura centralizzata. È quanto spiega a Wired.it Giuseppe Pavone, responsabile dello sviluppo sistemi informativi di Poste.

    " Alcune componenti software del sistema centrale di sportello Ibm-Hp, attraverso il quale vengono erogati i servizi agli Uffici Postali, hanno avuto comportamenti anomali. Li abbiamo risolti in un paio di ore, ma poi l’errore si è propagato ai software di sportello", dice Pavone. Ed è qui che è scoppiato il caos: i computer hanno avuto difficoltà a fornire i servizi richiesti dagli utenti. Con enormi rallentamenti di sistema, maschere che scomparivano, crash e riavvii dei pc. Il tutto perché Poste utilizza un’ architettura centralizzata, secondo lo schema del cloud computing, che ha certo molti vantaggi ma anche rischi, come si è visto. I software sui terminali periferici non hanno una vita autonoma ma funzionano collegati via Internet al sistema centrale. Ecco perché l’errore si è propagato dal centro alla periferia. " È una piattaforma che è in funzione da novembre. L’abbiamo scelta sia per ridurre i tempi di rilascio dei nuovi servizi sia per semplificare l’operatività ed incrementare la sicurezza delle operazioni di sportello", aggiunge Pavone. A vincere la gara europea per la fornitura del software è stato un raggruppamento temporaneo di impresa di cui Ibm è la Capogruppo e di cui fanno parte Hp e Gepin.

    " Il servizio non è stato mai fermo - specifica Pavone -; ci sono stati rallentamenti e/o momentanee interruzioni localizzate". Sufficienti però per trasformare il problema software in un caso nazionale, dove sia l’Antitrust sia l’Agcom hanno accusato Poste di inefficienza.

    Pian piano i tecnici di Poste, con quelli di Hp e Ibm, stanno lavorando per recuperare l’operatività dei servizi, " che ieri è stata al 70-80 per cento". I 60mila uffici postali hanno eseguito martedì, infatti, circa 7 milioni le operazioni postali e finanziarie eseguite oggi negli uffici postali. Nel dettaglio, sono state oltre 250mila le pensioni pagate, mentre sono state eseguite oltre 1 milione 700mila operazioni di pagamento di bollettini di conto corrente. Dal 1° giugno ad oggi gli uffici postali hanno pagato 2 milioni di pensioni.

    " Nei prossimi giorni faremo analisi approfondite per capire meglio che cosa è successo", spiega Pavone. Già, c’è anche questo aspetto: il sistema è così complesso che ancora, a distanza di una settimana dal fattaccio, Poste, Hp e Ibm non hanno scoperto del tutto la causa del problema, se non quanto raccontato a Wired.it.

    Poste però è stata tempestiva nell’affrontarne le conseguenze.

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    Anish Kapoor. E lo spazio scivola [gallery] - Wired.it

    Anish Kapoor. E lo spazio scivola

    Due mostre dello scultore indiano, una a Milano, l'altra a Venezia. Ecco a voi alcune delle sue opere

    08 giugno 2011 di Cristina Sivieri Tagliabue

    Anish Kapoor, C-Curve, 2007

     

    • Anish Kapoor, C-Curve, 2007

      Anish Kapoor, C-Curve, 2007

    • Anish Kapoor, C-Curve, 2007

      Anish Kapoor, C-Curve, 2007

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      Anish Kapoor, C-Curve, 2007

    • Anish Kapoor, My Red Homeland, 2003 (particolare)

      Anish Kapoor, My Red Homeland, 2003 (particolare)

    • Anish Kapoor, My Red Homeland, 2003

      Anish Kapoor, My Red Homeland, 2003

    • Anish Kapoor, Non-Object Door, 2008

      Anish Kapoor, Non-Object Door, 2008

    • Anish Kapoor, Non-Object Door, 2008

      Anish Kapoor, Non-Object Door, 2008

    • Anish Kapoor, Non-Object Plane, 2010

      Anish Kapoor, Non-Object Plane, 2010

    • Anish Kapoor, Non-Object Plane, 2010

      Anish Kapoor, Non-Object Plane, 2010

    • Anish Kapoor, S-Curve II, 2006

      Anish Kapoor, S-Curve II, 2006

    • Anish Kapoor, S-Curve, 2006

      Anish Kapoor, S-Curve, 2006

    • The Bean Sculpture, Anish Kapoor

      The Bean Sculpture, Anish Kapoor

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    Tecnologico e visionario, Anish Kapoor, scultore ed architetto nato da padre indiano e da madre ebrea irachena, porta in Italia due esposizioni. La prima, a Milano, dal 31 maggio fino al 9 ottobre alla Rotonda della Besana, e una delle sue opere create ad hoc per l'evento - Dirty Corner - diverrà un'installazione site specific dedicata alla Fabbrica del Vapore, dal 31 maggio all'11 dicembre 2011. Kapoor crea immagini enormi, e lavora con materiali ibridi antagonisti, come metallo e cera. My Red Homeland, per esempio, è una monumentale installazione formata da cera rossa disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso ad un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lento e silenzioso atto infinito di creazione e distruzione. In contemporanea a Venezia, dal 31 maggio al 27 novembre, nel contesto della  basilica di San Giorgio Maggiore, è stata presentata presentata Ascension, un'opera che è evento collaterale della 54esima Biennale dell’arte di Venezia.

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    Facebook riconosce il tuo viso? Ecco come aggirarlo - Wired.it

    Facebook riconosce il tuo viso? Ecco come aggirarlo

    Arriva il riconoscimento facciale nelle foto, un servizio che permette di scovare e taggare i propri amici in modo automatico. Ecco come disattivarlo, se temete brutte figure

    08 giugno 2011 di Martina Saporiti

    Facebook tag

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    È di nuovo polemica su Facebook e la sua politica di privacy. È arrivato il servizio di riconoscimento facciale automatico delle foto, un’opzione tanto comoda per chi la usa quanto fastidiosa (e potenzialmente compromettente) per chi la subisce. Ma in cosa consiste il nuovo servizio? Mettiamo che un utente decida di pubblicare una foto scattata la sera prima a una festa, e che non si ricordi il nome di qualcuno (plausibile, visto che ognuno di noi ha centinaia di amici su Fb, alcuni magari incontrati una volta e mai più rivisti). Ebbene, il social network gli viene in aiuto, suggerendogli il nome della persona dimenticata. Lo fa utilizzando un software potentissimo che zooma sui lineamenti del volto delle persone associandogli il nome, naturalmente se fanno parte della comunità di Facebook.

    Il servizio è stato lanciato in America a dicembre, e ora è arrivato anche in Europa sollevando non poche polemiche. Il problema, infatti, è che il riconoscimento facciale è abilitato di default. In altre parole, è automatico e chi non vuole che le proprie foto siano taggate sul profilo di un amico deve preoccuparsi di disattivarlo. Opzione consigliata anche dalla società di sicurezza informatica Sophos, da sempre polemica nei confronti del modo in cui Facebook gestisce la privacy dei suoi utenti. 

    In realtà, la posizione di Sophos (cioè disabilitare la condivisione delle proprie impostazioni personali di default) rispecchia quella dell’Unione europea, che con una nuova direttiva sull’ ePrivacy ha recentemente ammonito compagnie come Google o Yahoo!, che dovrebbero chiedere il permesso ai propri utenti prima di bersagliarli con la pubblicità. È lo stesso principio che si vorrebbe far valere per Facebook: prima di fare qualcosa, chiedi il mio permesso. Aspettando che il mondo digitale dimostri più sensibilità nei confronti della privacy dei suoi utenti, Mashable spiega come disattivare l’opzione di riconoscimento facciale automatico dal proprio account Facebook.
     

    1. Andare su Account, in alto a destra sulla pagina Facebook
    2. Cliccare sulla voce Impostazioni sulla privacy ( Privacy settings)
    3. Cliccare su Personalizza le impostazioni ( Customize settings) , scritto in basso con testo in azzurro
    4. Cercare l’opzione Suggerisci agli amici le foto in cui ci sono io ( Suggest photos of me to friends)
    5. Selezionare la barra Modifica le impostazioni ( Edit) e disabilitare il servizio ( Disabled)


    In questo modo eviteremo di finire taggati nelle foto di addio al celibato e nubilato dei nostri amici.

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    lunedì 6 giugno 2011

    CIBERNIX - Frustrazione ciibernetica

    2050 LA FAME NEL MONDO

    Post n°223 pubblicato il 07 Giugno 2011 da BROWSERIK

    aseIn molte aree tropicali fortemente esposte ai mutamenti climatici, l'agricoltura è già oggi in difficoltà e gli agricoltori non sono in grado di adattarsi a nuovi schemi meteorologici Entro 40 anni Africa e Asia meridionale rischiano di dover fronteggiare diffuse carestie dovute al crollo delle produzioni agricole legate ai cambiamenti climatici e alla incapacità del tessuto agricolo locale di adattarsi a questi cambiamenti.

    Questa preoccupante prospettiva potrebbe peraltro coinvolgere anche parte della Cina e dell'America Latina. A sostenerlo è un rapporto redatto dai responsabili del Research Program on Climate Change, Agriculture and Food Security (CCAFS) del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research), una collaborazione internazionale che vede coinvolti diversi governi di nazioni industrializzate e in via di sviluppo, fondazioni e organizzazioni non governative internazionali e regionali. Nello studio i ricercatori hanno analizzato le aree a elevata vulnerabilità esaminando molteplici modelli climatologici e indicatori di problemi relativi agli approvvigionamenti alimentari, creando una serie di mappe dettagliate.

    Una mostra le regioni a rischio di superare una "soglia climatica" che rende l'ambiente troppo caldo per diverse coltivazioni - per esempio il mais e i fagioli - che nell'arco dei prossimi 40 anni potrebbe portare a una riduzione delle produzioni alimentari. Un'altra mappa mostra le regioni che possono essere sensibili a tali cambiamenti in quanto hanno ampie porzioni di territorio destinate a diversi tipi di coltivazioni.

    Altre mappe ancora indicano le regioni con una lunga storia di insicurezza alimentare. "Se si mettono insieme tutte queste mappe, esse rivelano le località del mondo in cui il sopraggiungere di condizioni climatiche stressanti possono diventare disastrose", spiegano gli autori della ricerca. "Si tratta di aree fortemente esposte ai mutamenti climatici, in cui la sopravvivenza è strettamente legata al destino delle messi regionali e alla resa agricola, e in cui cronici problemi di approvvigionamento alimentare testimoniano che gli agricoltori sono già oggi in difficoltà e che mancano della capacità di adattarsi a nuovi schemi meteorologici.
    Si tratta di una combinazione di fattori molto preoccupante."

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    L’Italia ha fede nella tecnologia? Registrati online per sapere la risposta

    A Torino, il 13 giugno, verranno presentati i risultati del Rapporto 2011 sulla Cultura dell’Innovazione basato sulle risposte ottenute da 2mila interviste. Per avere un posto in sala, prenotalo in rete

    06 giugno 2011 di Wired.it Staff

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    • Tecnologia

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    Crediamo nelle energie rinnovabili come motore del futuro? Sediamo tranquilli a tavola, sapendo che gli alimenti di cui ci nutriamo sono Ogm? Saremmo disposti a guarire se la cura alla nostra malattia implicherebbe l'uso delle cellule staminali?

    Queste e altre domande sono alla base del Rapporto 2011 sulla Cultura dell’Innovazione in Italia, curato da Cotec e Wired in collaborazione con IRPPS / CNR. Le risposte sono quelle fornite dalla gente, da un campione di 2mila italiani intervistati, sopra i 16 anni di età, 52% donne e 48% uomini. Alcune delle risposte ve le avevamo già anticipate noi di Wired.it in un articolo messo online il mese scorso.

    Per sapere i risultati completi della ricerca e capire fino a che punto il nostro Paese ha fiducia nella tecnologia, bisognerà aspettare lunedì 13 giugno, ore 16, quando a Torino, alle Officine Grandi Riparazioni verrà presentato e discusso per intero il Rapporto nel corso dell’incontro “Le nuove tecnologie e i progressi della scienza: favorevoli o contrari?”, organizzato dalla Fondazione Cotec. All’evento potranno partecipare gratuitamente i primi 100 che confermeranno la propria presenza registrandosi online.

    Se ti interessa il dibattito tecnologico e vuoi capire fino a che punto siamo disposti a scommettere su veicoli elettrici, energie rinnovabili, valorizzazione dei rifiuti, accreditati e partecipa alla presentazione CLICCANDO QUI.

    foto Corbis

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    La fuga dei cervelli è anche fuga dal degrado morale italiano

    Non si cercano solo nuove opportunità all'estero. Si vuole soprattutto trovare un nuovo clima. Wired.it ha fatto due chiacchiere con Manuela Arata, responsabile della Start Cup del Cnr

    06 giugno 2011 di Gaia Berruto

    ricercatore

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      ricercatore

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    Gli innovatori sono considerati un pericolo, in tutti i campi. Lo vediamo oggi come nel passato. I nostri grandi innovatori sono sempre stati costretti alla fuga: da Leonardo a Marconi, ai nostri giovani cervelli”. Se chiamata in causa per parlare di innovazione in Italia, Manuela Arata, 55 anni, Technology Transfer Officer del Cnr, non usa diplomazia. Anzi: “ La fuga dei cervelli non è solo fuga alla ricerca di opportunità, ma è anche una fuga dal degrado morale”.

    Occasione dello scambio di vedute è il nuovo bando della Start Cup Cnr – Il Sole 24 Ore: c’è tempo fino a fine agosto per presentare il proprio piano d’impresa e sperare di essere fra i 15 selezionati per la fase finale. I più bravi verranno anche indicati al Premio Nazionale per l'Innovazione per l’evento nazionale che Working Capital organizzerà a Torino a novembre.

    Cosa significa per te la parola innovazione e quali sono a tuo avviso le peculiarità del contesto italiano?

    “L'innovazione non è solo tecnologica, ma culturale. Per questo ritengo sia difficile da attuare in un Paese conservatore e attaccato al passato come il nostro. Innovazione è rinascimento, cambiamento, rivoluzione. In questo senso, l'atteggiamento conservatore degli italiani è in totale contrasto con la vivacità e la creatività che in tanti campi dimostriamo”.

    Quali sono le difficoltà di chi cerca di innovare in Italia?

    “Gli innovatori sono considerati un pericolo, in tutti i campi. Lo vediamo oggi come nel passato. I nostri grandi innovatori sono sempre stati costretti alla fuga: da Leonardo a Marconi, ai nostri giovani cervelli. Mediamente quando proponi qualcosa di nuovo nessuno ti crede. Manca la fiducia, manca quel clima da pacca sulla spalla tipico degli americani".

    Se avessi un incarico di governo, qual è la prima cosa che faresti per facilitare e incentivare l’innovazione in Italia?

    “Toglierei le università e gli enti di ricerca dal calderone della pubblica amministrazione, cui si applicano regole che sono diametralmente opposte a realtà come quelle della ricerca. Introdurrei nel codice della proprietà intellettuale il periodo di grazia che consente ai ricercatori di essere riconosciuti proprietari di un'invenzione anche prima di averla brevettata. Questo perché, a maggior ragione in un Paese in cui l'impresa è tanto frammentata e dispersa, è innanzitutto necessario diffondere le nuove conoscenze per attrarre le imprese. E invece di vietare vietare vietare, metterei ferree regole sui conflitti di interesse e poi lascerei libertà di azione. Da noi invece di punire i disonesti si impedisce di agire anche agli onesti”.

    Partire o restare? Roberto Bonzio di Italiani di frontiera, durante la tappa palermitana di Working Capital, ha detto che per lui è necessario “Andare per tornare, tornare per incazzarsi”, e usare tutta l’energia per cambiare davvero le cose.

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    Il batterio killer si uccide con la polvere di vetro - Wired.it

    Il batterio killer si uccide con la polvere di vetro

    Sviluppato in Spagna un metodo per togliere di mezzo dagli alimenti i batteri come l'E. coli. Sarebbe innocuo per salute e ambiente. Ma intanto non si ha ancora la certezza del veicolo dell'epidemia

    06 giugno 2011 di Valentina Arcovio

    batterio escherichia coli

    batterio escherichia coli

     

    • batterio escherichia coli

      batterio escherichia coli

      batterio escherichia coli

    Come alcune volte accade nella scienza, le scoperte arrivano un po' per caso. Gli scienziati del Consiglio Superiore di Ricerca Scientifica spagnolo stavano infatti analizzando i materiali con nanoparticelle di argento e rame, due noti biocidi, quando poi si sono imbattuti nelle straordinarie proprietà del comune vetro nel distruggere i microrganismi. Ed è così che è nata una nuova arma contro quei microscopici nemici che si annidano subdolamente nei frutti dei nostri raccolti: una polverina di vetro che, tanto per essere chiari, se fosse stata utilizzata prima dell'emergenza batterio killer, non avremmo mai parlato di un nuovo ceppo di Escherichia coli (di cui ancora si sta cercando il veicolo di infezione). Almeno così dicono gli scienziati che l'hanno creata sotto la supervisione di José Serafin Moya. Questo nuovo biocida infatti avrebbe dimostrato, come riporta il paper pubblicato sulla rivista Advanced Biomaterials, di essere davvero spietato con tutti i ceppi del batterio killer e non solo. Si tratta di una soluzione ottimale perché la materia prima, cioè il vetro, è facilmente reperibile, economico e cosa più importante è innocuo per la salute degli esseri umani e dell'ambiente. Il lavoro, finanziato dalla fondazione ITMA, ha coinvolto congiuntamente anche l' Istituto di Scienza dei Materiali di Madrid e il Centro Nazionale di Biotecnologia.

    Il prodotto è stato brevettato un anno e mezzo fa e potrebbe iniziare a essere commercializzato presto. Varie aziende infatti avrebbero già manifestato interesse nel produrre questo antimicrobico che, tra le altre applicazioni, potrebbe essere utilizzato per la fumigazione delle colture e dei prodotti alimentari e per disinfettare l'acqua. In pratica, sarebbe efficace per prevenire epidemie come quella che in questi giorni si è diffusa nel Nord Europa.

    A questa polverina di vetro speciale bastano all'incirca 24 ore per eliminare qualsiasi ceppo di Escherichia coli: distrugge la membrana cellulare del batterio che, di conseguenza, muore. Sebbene la maggior parte dei ceppi di questo batterio, che vive nell'intestino degli animali, è innocua, alcuni possono provocare gravissime forme di diarrea emorragica e possono portare addirittura alla morte come sta succedendo con il batterio killer in Germania. Il nuovo biocida però non è solo efficace contro l' Escherichia coli, un batterio cosiddetto gram negativo per via della sottile parete cellulare. Per dimostrarlo i ricercatori hanno utilizzato campioni del batterio Micrococci luteus (gram positivo) e del lievito Candida Krusei.

    " Così possiamo confermare - ha riferito Moya al quotidiano El Mundo -  che si tratta di un biocida inorganico ad ampio spettro. In genere, questi prodotti sono molto particolari. Cioè sono antibatterici e antimicotici (ovvero che combattono anche lieviti e funghi).

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    Antimateria: presa in trappola per 16 minuti - Wired.it

    Antimateria: presa in trappola per 16 minuti

    Atomi di anti-idrogeno catturati per il tempo record di mille secondi. Quanto basta per poterli studiare. Cosa nascondono?

    06 giugno 2011 di Caterina Visco

    antimateria

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    Mille secondi, ovvero 16 minuti e 40 secondi. Tanto è il tempo per il quale i ricercatori dell’ esperimento Alpha (Antihydrogen Laser Physics Apparatus) del Cern sono riusciti a catturare alcuni atomi di anti-idrogeno. “ Un’eternità”, secondo Joel Fajanas, membro dell’esperimento e docente di Fisica a Berkeley. Si tratta, infatti, di un record assoluto: un tempo 5mila volte superiore a quello raggiunto lo scorso novembre sempre dai ricercatori dell’Alpha. Ma soprattutto, come spiega Jeffrey Hangst, leader dello studio, è un intervallo abbastanza lungo per cominciare a studiare queste particelle. Questo risultato è stato presentato sulle pagine di Nature Physics insieme a un resoconto dettagliato di quanto ottenuto nel corso degli scorsi dodici mesi: 112 atomi di anti-idrogeno creati e catturati per un tempo variabile tra un quinto di secondo e mille secondi.

    Da quando, nel 2009, atomi di anti-idrogeno sono stati catturati per la prima volta (sono stati creati per la prima volta, sempre a Ginevra, nel 2002 ma si sono istantaneamente distrutti), la possibilità di studiare l’antimateria, postulata negli anni ’30 da Paul Dirac, si sta velocemente trasformando da sogno impossibile per appassionati di Star Trek e fantascienza, a realtà. Da allora, infatti, nel centro svizzero sono stati creati e catturati 309 atomi di anti-idrogeno. Ma il Cern con il suo Lhc non è il solo istituto occuparsi di antimateria: c’è anche il Relativistic Heavy Ion Collider (Rhic), negli Usa, dove lo scorso aprile è stato catturato l’antiatomo più pesante al mondo: l’antielio-4. Inoltre, non si può dimenticare Ams 02 (Alpha Magnetic Spectrometer), il cacciatore di antimateria che è appena arrivato sulla Stazione Spaziale Internazionale per catturare le particelle elementari nello Spazio.

    Le particelle di antimateria sono, secondo il Modello Standard, il corrispettivo delle particelle di materia (elettroni, neutroni, protoni, ecc). Riprodurle in laboratorio non è più un problema per i fisici del Cern o di altri laboratori dotati di un acceleratore di particelle come il Large Hadron Collider. Grazie a questi strumenti, infatti, è lavoro di tutti i giorni creare anti-protoni che vengono poi mescolati con anti-elettroni o positroni (quelli della tomografia a emissioni di positroni) in una camera a vuoto, dove alcuni di questi si combinano per dare origine ad atomi di anti-idrogeno.

    È qui che comincia il lavoro più complicato per i ricercatori. Queste particelle infatti si distruggono appena entrano in contatto con la materia, devono quindi essere catturate in complicate trappole: campi magnetici molto potenti e dalle maglie molto strette, chiamati bottiglie magnetiche.

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    iCloud, acquisti brani (e altro) per l'iPad e li ritrovi sull'iPhone - Wired.it

    iCloud, acquisti brani (e altro) per l'iPad e li ritrovi sull'iPhone

    Ecco come funziona la nuvola di Apple presentata da Steve Jobs. Arriverà in autunno insieme a iOS 5. E già dal prossimo mese si potrà comprare il nuovo sistema operativo, Lion, a soli 29 dollari. Le immagini delle novità

    06 giugno 2011 di Gaia Berruto

    Un uomo una certezza

    Solita mise, solito stile: Steve Jobs c'è

     

    • steve jobs

      Un uomo una certezza

      Solita mise, solito stile: Steve Jobs c'è

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      Lion

      Visione d'insieme del nuovo sistema operativo Apple

    • icloud

      Le foto sulla nuvola

      iCloud e le foto: automaticamente su ogni dispositivo

    • Steve Jobs

      La presentazione

      Il CEO di Apple durante lo speech. Dietro di lui la nuvola, vera protagonista della presentazione

    • icloud

      La musica sulla nuvola

      Condividi le tue canzoni tramite la nuvola senza pagarle più volte

    • ios5

      iOS 5

      Il nuovo sistema operativo di Apple

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      Notification center

      Si tratta di una specie di centro di controllo per tutte le notifiche in arrivo: mail, sms, appuntamenti sul calendario ecc..

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      L'edicola di iOS 5

      La nuova app Newsstand, per fare download e riporre i quotidiano i magazine comprati

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      iMessage

      Il nuovo servizio di messaggistica di iOS 5

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    MobileMe è morto. Viva iCloud. Quel che Steve Jobs presenta sul palco del World Wide Developers Conference è il classico giocattolino che ti fa dire " ok, Apple mi semplifica la vita". Qualsiasi cosa tu faccia con uno qualsiasi dei tuoi device, finisce nella nuvola automaticamente ed è subito a disposizione degli altri dispositivi. 

    Acquisti una canzone, o un libro, con l'iPad? Immediatamente finisce in iCloud ed è disponibile sul tuo iPhone. Stai scrivendo una presentazione con l'iPad e a cena vuoi mostrarla a tua moglie? Apri Keynote con l'iPhone e il telefono scarica automaticamente i progetti a cui stai lavorando. In più è gratis - particolare che non spiace - e sarà disponibile in autunno. Per ora si può far pratica con iTunes cloud, già pronto per essere scaricato con iOS 4,3 in attesa del 5, che permette di avere la musica scaricata con un dispositivo su tutti gli altri senza dover pagare.

    A proposito di iOS 5, Steve Jobs ha presentato anche quello, insieme al nuovo sistema operativo Lion. Quest'ultimo sarà disponibile a luglio a 29 dollari. iOS per ora è stato rilasciato in versione beta agli iscritti all'iOS Developer Program. Novità dei sistemi operativi? Tante. Ci sarà tempo nei prossimi giorni per spulciarle tutte per bene. 

    Riassumendo, per quanto riguarda il mobile, si è parlato di Notification Center, una specie di centro di controllo di tutte le notifiche in arrivo, iMessage, Newsstand (Edicola) e PC Free, per configurare il proprio dispositivo iOS senza bisogno di un computer.

    Per quanto riguarda  Lion, fra le altre 200 nuove caratteristiche, spiccano i nuovi gesti Multi-Touch; Mission Control, che combina Exposé, le app a schermo intero, Dashboard e Spaces per una visione d’insieme su tutte le applicazioni e finestre aperte del Mac; un’app Mail interamente riprogettata, il salvataggio automatico e AirDrop, un'app per la condivisione wireless dei documenti. Qui sotto il liveblogging minuto per minuto della presentazione.
     

    18,50 - È tutto pronto, a San Francisco. Tra pochi minuti si saprà se è tempo di un nuovo iPhone, si scoprirà cosa ha in serbo Apple per la nuova versione del sistema operativo Mac OS X e si capirà meglio il progetto di Cupertino iCloud. Questi sono gli ingredienti che, secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni, dovrebbero riempire il keynote dei vertici Apple al WorldWide Developers Conference 2011.

    19 - Steve Jobs sale sul palco,  come da programma, ed è standing ovation. Qualcuno, dopo il lancio dell'iPad 2, aveva pensato che non si sarebbe più visto. "Se l'hardware è il cervello del prodotto, il software è l'anima": si parte da Lion, il nuovo sistema operativo, con Phil Schiller a mostrare le novità. 250 caratteristiche nuove. Prima fra tutte: multi touch e applicazioni a tutto schermo. Stile iPad, ma sul tuo Mac. C'è poi Mission Control: tipo Exposé, ti basta un un gesto per vedere tutto quel che ti serve.

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