lunedì 27 settembre 2010

Galileo - Giornale di Scienza | Dove risiede il senso di colpa

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Dove risiede il senso di colpa

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di Tiziana Moriconi | Pubblicato il 20 Settembre 2010 18:38
Detail-cervello-uomo

Il senso di colpa ha una sua precisa sede nel cervello. Anzi, più d’una, visto che si tratta di un’emozione complessa e che ne esistono più forme. Per la prima volta, alcuni ricercatori italiani non solo hanno trovato quali aree vengono attivate da questi sentimenti, ma sono persino riusciti a distinguere tra senso di colpa deontologico (legato alla trasgressione di norme morali condivise dalla società) e altruistico (quello che si prova di fronte a un’ingiustizia, anche se non siamo stati noi a causarla). La scoperta è dell’équipe del Laboratorio di Neuroimmagini della Fondazione Santa Lucia di Roma guidata da Marco Bozzali, che ha lavorato in collaborazione con l’Associazione di Psicoterapia Cognitiva.

Nello studio, una serie di immagini concepite per evocare senso di colpa (sia deontologico sia altruistico) sono state mostrate a un gruppo di 72 volontari (tra 21 e 38 anni) mentre questi erano sottoposti a imaging. Il test è stato poi ripetuto in un secondo gruppo di 22 volontari (con età compresa sempre tra 21 e i 38 anni). In questo caso, però, tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un compito di immedesimazione emotiva.

Una prima analisi dei dati della risonanza magnetica ha mostrato che l’identificazione con la colpa porta all’attivazione di due aree cerebrali, ben diverse da quelle attivate dalla rabbia o dalla tristezza: la corteccia del cingolo anteriore e del cingolo posteriore (entrambe coinvolte in abilità cognitive complesse, dette superiori).

In un secondo momento, i ricercatori sono riusciti anche a distinguere le aree coinvolte nei due diversi tipi di senso di colpa: quello di natura deontologica attiva l’insula (coinvolta anche nella sensazione di disgusto), mentre quello di natura altruistica sembra attivare soprattutto la corteccia prefrontale mediale (area che sottostà ad attività sociali, legate all’interpretazione degli stati d’animo e dei comportamenti altrui). Al di là della variabilità individuale, i ricercatori hanno per la prima volta dimostrato che questi sentimenti sono legati a circuiti cerebrali ben precisi e distinti. I risultati sono on line su Human Brain Mapping.

Riferimento: DOI: 10.1002/hbm.21009 

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