lunedì 24 ottobre 2011

Ipnosi e scienze cognitive

Ipnosi e scienze cognitive
Domenica 23 Ottobre 2011 16:04 Ambrogio Pennati News - Recensioni

Ricevo con grande piacere l'ultima fatica del Gruppo di Ipnosi di Roma (AAVV, Ipnosi e scienze cognitive, a cura di E. Del Castello e G. Ducci, Franco Angeli 2011). Il titolo e l'indice sono accattivanti, e stimolano l'interesse di mai pago studioso della materia. Una prima, rasserenante, impressione: il lavoro di ricerca bibliografica su cui i vari Autori basano le loro argomentazioni è vasto, aggiornato e selettivo. Poi, un balzo di gioia: i contributi degli Autori sono scientificamente orientati e metodologicamente rigorosi.

Bella roba, molti diranno; purtroppo questa è l'eccezione e non la regola per chi è abituato a leggere lavori sull'ipnosi, solitamente farciti come un kebap di scarsa qualità di autoreferenzialità circolare, di case report che fanno sospettare dei fake, di riferimenti ad una presunta patristica dell'ipnosi il cui verbo scritto (spesso malamente tradotto ed esegeticamente distorto) viene usato come base per le prediche ai parrocchiani della propria conventicola.

Questo è un libro serio, ben fatto, solido. Un libro da studiare, e non da leggere. Innovativa è l'integrazione della pratica ipnotica con l'approccio neuroscientifico: nei relativi capitoli gli Autori non pagano l'obolo alla attuale moda del suffisso “neuro”, ma approfondiscono i rapporti fra la materia ipnotica e le attuali conoscenze sul funzionamento cerebrale.

Innovativa l'integrazione tra studio degli stati di coscienza e intersoggettività, che nella nostra specie fonda qualsiasi rapporto terapeutico, al di là dei trucchetti di moda spacciati sul mercato – sempre più improvvisato – nella bancarella delle psicoterapie brevi, quando i pazienti oggi richiedono comprensione non giudicante, ascolto, sostegno empatico.

Innovativa la presa in considerazione dell'assetto genetico – inteso nel senso più ampio – nel funzionamento del soggetto in terapia e in ipnosi. A nostra conoscenza questo è il primo contributo di matrice psicoterapeutica che consideri questi rilevantissimi aspetti, sinora tenuti fuori dalla porta per paura del nuovo, quando non per mera ignoranza.

La lettura del libro porta ad una conclusione: gli Autori hanno una solida e diretta esperienza della perseveranza, del sacrificio, della passione necessari a svolgere secondo coscienza il nostro lavoro. Questo libro è una testimonianza clinicamente fondata e scientificamente esposta di come sia necessario studiare e fare ricerca per agire una buona clinica. Sono grato agli Autori per il loro sforzo.

Ambrogio Pennati
Medico Psichiatra, Psicoterapeuta, Psicopatologo forense

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