Dopo anni di silenzio e di stallo, rinasce l'interesse per l'intelligenza artificiale e secondo i massimi esperti internazionali è finalmente ora di rilanciare questo campo di ricerca. Lo propongono esperti di informatica, nanotecnologie, neuorscienze e cibernetica riuniti nel Festival della Scienza di Genova, nella conferenza organizzata in onore dei 150 anni del Massachusetts Institute oh Technology (Mit).
Per uno dei pionieri delle ricerche sull'intelligenza artificiale, Tomaso Poggio del Mit, è arrivato il momento ''di riprovarci''. Sono della stessa idea Amnon Shashua, che insegna computer science alla Hebrew University di Gerusalemme, Alessandro Verri, dell'università di Genova, il direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) Roberto Cingolani, il neurofisiologo Emilio Bizzi del Mit.
Tutti sono d'accordo sul fatto che attualmente ci sia di nuovo spazio per l'intelligenza artificiale. Secondo gli esperti i computer hanno raggiunto capacità straordinarie e sono in grado di fare molte cose meglio di un uomo, ''ma non sono ancora in grado di sostenere una conversazione o altre cose del nostro quotidiano'', ha spiegato Poggio, del dipartimento di scienze cognitive del Mit. ''Non siamo ancora riusciti a riprodurre le abilità del nostro cervello. Dopo 60 anni di ricerche, è arrivato il momento di provarci ancora! Abbiamo oggi molti strumenti, anche dalle neuroscienze e dalle scienze cognitive''.Si va a caccia di nuovi approcci al problema, nche non riguardino soltanto l'informatica ma neurologia e sociologia, all'insegna della multidisciplinarità. Secondo gli esperti ''non dobbiamo sforzarci di capire che cosa succede solo dentro la testa, ma tra le teste'', in quanto l'intelligenza è data dallo scambio di informazioni tra gli individui. ''L'uomo di Neanderthal - hanno spiegato - aveva un cervello molto grande, ma ha continuato a produrre gli stessi oggetti per milioni di anni e solo per uso personale''. Una differenza enorme, questa, rispetto a quanto ha fatto l'uomo moderno, che è riuscito a produrre nuovi oggetti mettendo in comune le idee elaborate da molti individui.
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