martedì 12 aprile 2011

Dove va il barcone “Europa”: speciale e call for papers

Dove va il barcone “Europa”: speciale e call for papers

di Raoul Minetti.

foto: Mark K.

C’è un barcone di lusso che sta rumorosamente naufragando davanti alle coste di Lampedusa: il suo nome è “Europa”. Minacciata dalle crisi economiche della sua (un tempo rampante) “periferia” (Irlanda, Portogallo, Spagna, oltre alla Grecia), divisa su praticamente tutto, dai salvataggi economici, alla politica estera, alla difesa, alla politica sull’immigrazione, ai seggi all’ONU, alle lingue dell’Europarlamento, l’Europa ora rispolvera anche un vocabolario da primo novecento. Nelle valli Padane, del Rodano e del Reno si è diffusa la voce che degli “immigrati economici” premono alla porta sud del continente, e le valli preparano le trincee. Immigrati economici: curiosa “definizione” per dei disgraziati che rischiano la morte su dei barconi non-di-lusso per il diritto a una chance nella vita (è di oggi la notizia della morte di una ragazza di 24 anni su un barcone davanti Lampedusa). Ed è inusuale che un continente di 27 stati con 501,064,211 (cioe’ mezzo miliardo di persone, fonte Wikipedia) non riesca a dire e fare niente di meglio per 50000 profughi disperati. Cioè un rapporto di 1 profugo ogni 10000 europei.

iMille lanciano uno speciale nelle prossime settimane per capire “Dove va il Barcone Europa”. Ospiteremo riflessioni sull’identità economica, politica, sociale dell’Europa. Sono già previsti interventi esterni di Pauline Gessant, 30enne ex segretaria generale del Movimento Europeo francese, di Barbara Revelli, esperta di questioni europee del PSE, e di numerosi esponenti politici, dei movimenti ed esperti di varie discipline.

iMille vogliono però ascoltare anche le voci di tanti di voi che ci seguono dall’Italia e dall’Europa, le vostre idee, riflessioni ed esperienze. Anche le più spontanee. Pubblicheremo i vostri contributi nel corso dello speciale. Perché nel loro piccolissimo anche iMille non si rassegnano all’idea che l’Europa naufraghi davanti a Lampedusa.

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APERTA…MENTE, FESTIVAL DELLA SCIENZA | Periodico Unitn

APERTA…MENTE, FESTIVAL DELLA SCIENZA

in
Conferenze, spettacoli e mostre per parlare di buona e cattiva informazione scientifica
di Stefano Oss

Non ci sono mai stati tempi davvero facili per la scienza e gli scienziati. Quelli che stiamo vivendo sono particolarmente difficili: la doppia onda conseguita al sisma in Giappone, lo tsunami e quella emotiva, mettono a dura prova l'intero sistema relazionale scienza-società. A di là del dramma senza fine né consolazione delle migliaia di vittime con le loro perdite umane e materiali, rimane diffuso nella popolazione mondiale un senso di rabbia verso le ‘crudeli tecnologie’ che la conoscenza del nucleo atomico hanno reso possibile. Pochissime, troppo poche parole sono state però spese a ricordare che senza le conoscenze scientifiche e le peripezie tecnologiche di cui giustamente si vanta il Giappone nel settore dell'antisismica, l'evento dell'11 marzo avrebbe verosimilmente causato milioni di morti sotto le macerie delle megalopoli nipponiche.

Insomma, non è tutto davvero ‘sbagliato’ nel settore scientifico-tecnologico, il problema è che la gente non sa più a chi credere. C'è un giornalismo (che non andrebbe nemmeno nominato come tale) che scrive solo per vendere, spaventare e spara tramite i suoi media ‘tsunami comunicativi’ fatti di sciocchezze e banalità che nulla hanno a che fare con la corrette interpretazioni dei fenomeni naturali. La notizia e la cultura del ‘dice-dice’, ovvero autoreferenzialità della fonte e leggende metropolitane, alimentano una pericolosa e diffusa disinformazione del cittadino. E i politici non aiutano certo a creare comunicazione corretta, mascherando spesso sotto bandiere di convenienza strategica la realtà dei fatti. Non solo parlando di centrali nucleari, ma anche in ambito economico, finanziario, sanitario. Secondo noi, invece, è importante parlarne ed è per questo che proponiamo al pubblico una kermesse di conferenze, dibattiti e anche mostre scientifiche che portino l'attenzione oltre che sui contenuti di determinati argomenti di attualità, anche sul problema diffuso di cui si accenna in queste righe: la confusione, l'incertezza, la scorrettezza negli stili comunicativi.

“Aperta…mente”, Festival della Scienza, che si svolge a Trento dall’11 al 14 aprile, è il frutto della collaborazione di varie realtà: è organizzato dall’associazione culturale studentesca Universitando e dalla Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’ateneo con la collaborazione del Museo Tridentino di Scienze Naturali; importante anche il contributo dell’Opera Universitaria di Trento e l’apporto del CICAP sezione del Trentino/Alto Adige e di SanbaRadio.
L’edizione di quest’anno di “Aperta…mente” è ispirata al tema dei cacciatori di ‘bufale’, ossia coloro i quali cercano di arginare il fenomeno della disinformazione o dell'informazione falsa (un gruppo di cui vogliamo far parte). Un mestiere difficile, bisogna sempre stare sul chi vive, pronti a confrontarsi con assurdità di ogni ordine e genere. Almeno, però, iniziamo a parlarne.

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CIBERNIX - Frustrazione ciibernetica

VIRGIN OCEANIC

Post n°181 pubblicato il 12 Aprile 2011 da BROWSERIK

Ecco il nuovo progetto del sottomarino Virgin Oceanic realizzato da Richard Branson . I battello potrà trasportare passeggeri nelle profondità oceaniche con un'autonomia d'immersione di 24 ore .

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lunedì 11 aprile 2011

CIBERNIX - Frustrazione ciibernetica

L'amore è cieco

Post n°180 pubblicato il 12 Aprile 2011 da BROWSERIK

L’amore è cieco. C’è un fondo di verità in questa affermazione, dal momento che è proprio lo spegnimento di alcuni circuiti neuronali nella corteccia cerebrale a far nascere questo sentimento universale. Lo ha detto il dottor William C. Mobley, direttore del Center for Down Syndrome Research and Treatment dell' University of California, San Diego, durante il suo intervento alla seconda edizione del Brain Forum di Milano, meeting internazionale per discutere di neuroscience con i massimi esperti del settore.

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Un “ brain built for love”, questo il cervello che il neuroscienziato studia da anni cercando di individuare i circuiti nervosi alla base delle emozioni umane più complesse: empatia, compassione e amore. Perché tutto, a ben vedere, può essere ridotto all’attività di miliardi di neuroni che si parlano l’un l’altro nelle diverse aree del cervello. E imparare a tradurre questi discorsi fatti di chimica e molecole aiuterà a manipolare le emozioni intervenendo direttamente là dove nascono e si manifestano. È questa, secondo Mobley, la nuova sfida dei neuroscienziati, che tra una ventina d’anni avranno gli strumenti necessari per migliorare le condizioni delle persone che soffrono di disturbi affettivi e per insegnare a tutti gli altri quali sono i segreti dell’amore.

In attesa che ciò accada, i ricercatori stanno lavorando all’individuazione dei circuiti cerebrali che controllano gli stati emotivi. Mobley descrive il cervello come l’insieme dei neuroni che hanno il compito di ricevere ed elaborare le informazioni per poi generare risposte comportamentali coerenti. Nella fase dell’elaborazione, indispensabile è la comunicazione tra cellule, che genera percorsi privilegiati di scambio di informazioni: i circuiti nervosi, appunto. Grazie alla risonanza magnetica per immagini, i neuroscienziati hanno individuato le aree del cervello legate all’ empatia e alla compassione, due componenti essenziali dell’amore.

La prima ci permette di essere coscienti delle emozioni di un’altra persona, la seconda di essere partecipi a questo stato emotivo. In entrambi i casi, a lavorare sono la corteccia cingolata anteriore e la corteccia insulare anteriore, i luoghi dove nasce la rappresentazione del sé come entità capace di sentimenti soggettivi. Ebbene, da studi recenti è emerso che queste due aree cerebrali sono coinvolte anche nell’elaborazione dell’amore romantico e materno, mostrando, come ha detto Mobley, che “ c’è una certa coerenza nel cervello tra emozioni come empatia, compassione e amore e le regioni del cervello che le controllano”. Nonostante le tante forme dell’amore, infatti, sembra che il cervello usi sempre gli stessi canali per rappresentarlo, e riuscire a individuarli permetterà di “ amare di più per vivere più a lungo”.

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Salone del Mobile, arriva il legno trasparente [foto] - Wired.it

Salone del Mobile, arriva il legno trasparente

A vederlo sembra un tavolo abbastanza spartano, ma si capisce subito che qualcosa non torna. Le fattezze sono quelle del legno: com'è possibile che riusciamo a vederci attraverso?

11 aprile 2011 di Lorenzo Longhitano

Nendo presenta il legno trasparente

 

  • Nendo presenta il legno trasparente

    Nendo presenta il legno trasparente

  • Nendo presenta il legno trasparente

    Nendo presenta il legno trasparente

  • Nendo presenta il legno trasparente

    Nendo presenta il legno trasparente

  • Nendo presenta il legno trasparente

    Nendo presenta il legno trasparente

  • Nendo presenta il legno trasparente

    Nendo presenta il legno trasparente

Il Salone del Mobile promette come ogni anno innovazione e trovate estetiche che spesso oltrepassano i confini della bizzarria. Alcune tra le immagini in anteprima che ci hanno colpito di più arrivano dallo studio Nendo, in Giappone, famoso in tutto il mondo per le sue opere di design.

A vederlo sembra un tavolo abbastanza spartano, ma si capisce subito che qualcosa non torna. Le fattezze sono quelle del legno, ma i colori e la trasparenza ci lasciano perplessi: com'è possibile che riusciamo a vederci attraverso? Nello studio giapponese lo hanno soprannominato legno trasparente: in realtà non è una rivoluzione scientifica, ma un effetto ottico originale e di grande impatto.

A sentire la spiegazione è quasi semplice: viene gettato dell'acrilico trasparente in uno stampo di legno con venature marcate, si smussano gli angoli di ciascun pezzo come negli assi da pavimento e infine le diverse assi vengono assemblate nel tavolo. Per dare l'impressione di un tutt'uno uniforme, vengono fatte combaciare le venature di pezzo in pezzo.

L'effetto è incredibile: a un'occhiata ravvicinata le texture del legno sono riprodotte con una fedeltà impressionante, la luce che filtra attraverso gli assi viene riflessa in maniera disomogenea e frastagliata, rivelando ogni singola venatura e facendo del tavolo una surreale autostrada di chiaroscuri.

I modelli sono due, di due colori differenti: nel primo l'acrilico bianco mostra in lontananza un tavolo trasparente, che man mano che ci avviciniamo rivela la sua vera natura. Il secondo in acrilico nero, al contrario, a un primo sguardo sembra realizzato in legno, mentre a un esame ravvicinato si nota la trasparenza del materiale.

Nendo presenterà il tavolo in legno trasparente, insieme con altri oggetti, questa settimana a Milano, nel corso del Salone del Mobile, presso la galleria Antonia Jannone.

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Milena Gabanelli si difende: “Non abbiamo fatto una puntata per la Rete” - Wired.it

Milena Gabanelli si difende: “Non abbiamo fatto una puntata per la Rete”

Dopo la puntata su Facebook che ha generato mille polemiche la conduttrice di Report risponde: “Abbiamo dovuto semplificare”. Ma la discussione continua

11 aprile 2011 di Martina Pennisi

Tre milioni di telespettatori hanno seguito ieri sera su Rai 3 la puntata di Report dedicata a Web e social media. Un'eco televisiva di lusso per il terzo canale di viale Mazzini e, visto l'argomento trattato, un'altrettanto massiccia partecipazione è arrivata dal popolo della Rete, sentitosi chiamato in causa e riunitosi sui social network per commentare la puntata. ( Qui un'analisi del “nostro” blogger Matteo Bordone).

La denuncia degli addetti ai lavori è apparsa unanime: "Cara Gabanelli io ti stimo ma stasera hai veramente toppato", ha commentato il Funky Professor Marco Zamperini. Secondo il fondatore di Assodigitale, Michele Ficara Manganelli, "è andata in onda una puntata che sarà dura mandare giù… purtroppo!". Ficara, fra i più attivi in Italia sui social media, ritiene che la trasmissione abbia rappresentato “il mondo digitale in modo falso e tendenzioso". C'è chi come uno degli avvocati di riferimento del settore, Massimo Melica, ha addirittura sentito il bisogno di dissociarsi pubblicamente. Il presidente dei Green Geek, Mauro Lattuada, ha definito l'indagine di Report "un po' troppo generalista e con molte inesattezze, non è da loro". Moderata l'analisi del fondatore di Indigeni Digitali Fabio Lalli, secondo il quale hanno trovato contemporaneamente spazio durante "quella strana puntata di Report" sensibilizzazione in materia e un eccessivo terrorismo psicologico.

Ed è questo il punto dal quale si snodano le varie posizioni, la maggior parte delle quali animate da profonda delusione: il programma di Milena Gabanelli ha affrontato in prima serata sulla tv generalista un tema, o meglio dei temi, profondamente delicati e attuali. Secondo alcuni internauti dare spazio in contesto tradizionalmente restio a occuparsi in maniera approfondita di alcuni argomenti è stato pregevole. Secondo altri, il tono apocalittico con il quale sono state presentate la facce meno sorridenti dell'universo 2.0 ha fatto passare in secondo piano la bontà dell'intento iniziale. "L’errore principale è stato quello di dare per scontato che il target di Report fosse per lo più composto da apocalittici e da ingenuotti", si legge in una lettera aperta indirizzata a Milena Gabanelli.

Lei, interpellata da L'Unità, si è difesa proprio in nome del target televisivo, a detta sua meno avvezzo alle logiche del Web: "Noi non abbiamo fatto una puntata per la rete, che conosce benissimo […] Abbiamo portato in una tv generalista un argomento che di solito viene discusso in rete fra competenti. Abbiamo dovuto ovviamente adattare il linguaggio, semplificare. Poi se non è piaciuto pazienza. Io penso che sia stato molto utile per tanti genitori e frequentatori di questi luoghi che certe informazioni non le hanno.

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Report contro Facebook

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HUMAN-VOICE

Questi sono i risultati di un recente esperimento per individuare l'attività cerebrale di una donna alle stimolazioni uditive musicali attraverso la RNM

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