Milena Gabanelli si difende: “Non abbiamo fatto una puntata per la Rete”
Dopo la puntata su Facebook che ha generato mille polemiche la conduttrice di Report risponde: “Abbiamo dovuto semplificare”. Ma la discussione continua
11 aprile 2011 di Martina PennisiPagina successivaTre milioni di telespettatori hanno seguito ieri sera su Rai 3 la puntata di Report dedicata a Web e social media. Un'eco televisiva di lusso per il terzo canale di viale Mazzini e, visto l'argomento trattato, un'altrettanto massiccia partecipazione è arrivata dal popolo della Rete, sentitosi chiamato in causa e riunitosi sui social network per commentare la puntata. ( Qui un'analisi del “nostro” blogger Matteo Bordone).
La denuncia degli addetti ai lavori è apparsa unanime: "Cara Gabanelli io ti stimo ma stasera hai veramente toppato", ha commentato il Funky Professor Marco Zamperini. Secondo il fondatore di Assodigitale, Michele Ficara Manganelli, "è andata in onda una puntata che sarà dura mandare giù… purtroppo!". Ficara, fra i più attivi in Italia sui social media, ritiene che la trasmissione abbia rappresentato “il mondo digitale in modo falso e tendenzioso". C'è chi come uno degli avvocati di riferimento del settore, Massimo Melica, ha addirittura sentito il bisogno di dissociarsi pubblicamente. Il presidente dei Green Geek, Mauro Lattuada, ha definito l'indagine di Report "un po' troppo generalista e con molte inesattezze, non è da loro". Moderata l'analisi del fondatore di Indigeni Digitali Fabio Lalli, secondo il quale hanno trovato contemporaneamente spazio durante "quella strana puntata di Report" sensibilizzazione in materia e un eccessivo terrorismo psicologico.
Ed è questo il punto dal quale si snodano le varie posizioni, la maggior parte delle quali animate da profonda delusione: il programma di Milena Gabanelli ha affrontato in prima serata sulla tv generalista un tema, o meglio dei temi, profondamente delicati e attuali. Secondo alcuni internauti dare spazio in contesto tradizionalmente restio a occuparsi in maniera approfondita di alcuni argomenti è stato pregevole. Secondo altri, il tono apocalittico con il quale sono state presentate la facce meno sorridenti dell'universo 2.0 ha fatto passare in secondo piano la bontà dell'intento iniziale. "L’errore principale è stato quello di dare per scontato che il target di Report fosse per lo più composto da apocalittici e da ingenuotti", si legge in una lettera aperta indirizzata a Milena Gabanelli.
Lei, interpellata da L'Unità, si è difesa proprio in nome del target televisivo, a detta sua meno avvezzo alle logiche del Web: "Noi non abbiamo fatto una puntata per la rete, che conosce benissimo […] Abbiamo portato in una tv generalista un argomento che di solito viene discusso in rete fra competenti. Abbiamo dovuto ovviamente adattare il linguaggio, semplificare. Poi se non è piaciuto pazienza. Io penso che sia stato molto utile per tanti genitori e frequentatori di questi luoghi che certe informazioni non le hanno.
Report contro Facebook
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