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Il futuro dell'intelligenza artificiale? Il test del pedone
Che capacità di calcolo hanno raggiunto i supercomputer? I sistemi di guida assistita diventaranno lo standard su tutte le auto? L’ultima frontiera della sfida tra uomo e macchina va in scena al Festival della Scienza di Genova
21 ottobre 2011 di Carola Frediani
(Qui trovate una gallery con 50 robot, uno per ogni occasione)
Sono passati quasi 15 anni dalla prima volta in cui un computer è riuscito a battere un campione di scacchi. Da quando Deep Blue, il supercervellone di Ibm, ha umiliato il grande Garry Kasparov, attraverso uno sfoggio di potenza computazionale allora sorprendente: basti pensare che l’algoritmo riusciva a calcolare 100 milioni di posizioni al secondo. “ Ho avuto la sensazione di essere di fronte a un tipo di intelligenza al quale non ero abituato; dall'altra parte della scacchiera ho avvertito come la presenza di una mente aliena...”, commentò dopo aver abbandonato la partita il giocatore russo.
Oggi il supercomputer più potente al mondo si chiama K computer, ha una capacità elaborativa di 10 petaflop (quadrilioni di calcoli al secondo) e si trova in Giappone; ma già i laboratori americani di Oak Ridge stanno lavorando a Titan, un mostro di potenza che arriverà a 20 petaflop e che, oltre alla tradizionali applicazioni mediche e di scienza dei materiali, sarà usato anche per lo sviluppo di nuovi biocarburanti e di energia solare più efficiente.
Eppure, quando si parla di intelligenza, si intende un insieme di capacità più sottili di quelle offerte da un monolite del supercalcolo, abilità che siano in grado di reagire a interrogativi apparentemente semplici ma di fatto incredibilmente complessi. Quelle competenze che servono per decifrare il reale significato di una battuta di spirito o per non andare a sbattere se si guida nel centro di Roma all’ora di punta.
È qui che la sfida dell’intelligenza artificiale - una volta scaraventata nel mondo fisico, imperfetto, sfuggente e così umano, troppo umano - diventa più avvincente. E che il famoso test di Turing mantiene ancora intatto, se non la sua validità scientifica, il suo fascino. Chi si è misurato con i risvolti più pratici nella creazione di software intelligenti è l’israeliano Amnon Shashua, che con l’azienda tecnologica Mobileye ha sviluppato sistemi avanzati di guida assistita (Advanced Driver Assistance Systems o Adas) basati sull’elaborazione dell’immagine per prevenire e limitare tamponamenti stradali. Dei veri e propri occhi elettronici che rilevano la presenza di pedoni o veicoli se l’automobilista non se ne accorge e lo avvisano all’istante, o prendono direttamente contromisure.
“ Per continuare a crescere velocemente il mercato dei sistemi di assistenza alla guida, in particolare quelli basati su sistemi di visione, ha bisogno di piattaforme di calcolo più robuste, più economiche, capaci di sopportare la crescente domanda di funzioni che vanno dai semplici avvertimenti di pericolo incipiente, al rallentamento o addirittura alla brusca frenata”, ha recentemente dichiarato Shashua - che sarà uno dei relatori del convegno Scienza e ingegneria dell'intelligenza, in programma il 23 novembre al Festival della Scienza di Genova - in occasione dell’accordo tra la Mobileye e l’azienda di semiconduttori STMicroelectronics per produrre una
edn.com/article/519515-STMicro_Mobileye_expand_vehicle_safety_IC_developments.php">terza generazione di processori per sistemi Adas.
E forse non è un caso se, al Festival, accanto a Shashua, siederà Nikos Logothetis, direttore del dipartimento di Fisiologia dei processi cognitivi presso il Max Planck Institute for Biological Cybernetics di Tubinga. La sua ricerca infatti si concentra proprio sui meccanismi neurali della percezione e del riconoscimento di oggetti. Per farlo, si aiuta con tecniche di neuroimaging e in particolare con la risonanza magnetica funzionale. Mentre spetterà al panelist Matt Ridley, zoologo, organizzatore scientifico, giornalista e scrittore, inquadrare le singole ricerche in una visione di più lungo respiro dell’innovazione tecnologica. Il suo ultimo libro, The Rational Optimist. How Prosperity Evolves ( L'ottimista razionale: come si evolve la prosperità, in Italia atteso con Rizzoli) è così fiducioso nel progresso scientifico-tecnologico da ritenere infondate anche le preoccupazioni per il clima. Chissà Ridley cosa penserebbe di quello che attualmente si respira in Italia.
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