martedì 18 ottobre 2011

Le compagnie aeree più green e quelle meno - Wired.it

Le compagnie aeree più green e quelle meno

Pronti al decollo ecosostenibile? Dal 2012 ache in cielo entrerà il sistema di scambio di emissioni per ridurre quelle che lo rendono meno blu

17 ottobre 2011 di Simone Cosimi

Monarch Airlines, primo posto, 77,4 punti, categoria C

 

  • Monarch Airlines

    Monarch Airlines, primo posto, 77,4 punti, categoria C

  • Condor Flugdienst

    Condor Flugdienst, secondo posto, 73,5 punti, categoria C

  • Air Transat A.T.Inc

    Air Transat A.T.Inc, terzo posto, 71,8 punti, categoria C

  • Air New Zealand Link

    Air New Zealand Link, quarto posto, 71,1 punti, categoria C

  • Kingfisher Airlines

    Kingfisher Airlines, quinto posto, 70,3 punti, categoria C

  • EVA Airways

    EVA Airways, sesto posto, 70,0 punti, categoria C

  • Air Europa

    Air Europa, settimo posto, 69,6 punti, categoria C

  • Srilankan Airlines

    Srilankan Airlines, ottavo posto, 68,7 punti, categoria C

  • TAM Regional

    TAM Regional, nono posto, 68,6 punti, categoria C

  • Edelweiss Air

    Edelweiss Air, decimo posto 68,0 punti, categoria C

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I bei tempi sono finiti. D'altronde, 220 milioni di tonnellate di CO2 all'anno erano una mole davvero insostenibile, oltre che in preoccupante crescita. Ecco perché dal 2012 anche l'affollato comparto dell'aviazione civile sarà chiamato a dare il proprio contributo in termini di compensazione delle emissioni di anidride carbonica.

Proprio come gli impianti industriali dei vari stati membri, infatti, anche le compagnie di trasporto aereo entreranno nel cosiddetto Eu Emissions trading system, il sistema di scambio delle emissioni. Un meccanismo spesso contestato eppure, al momento, l'unico in grado di mettere un po' d'ordine nella giungla-CO2. In soldoni, l'ingranaggio prevede una quota di emissioni gratuite fino alla quale i vettori possono spingersi, calcolata secondo la formula di 0,6422 quote per 1.000 tonnellate-km (0,67 nel 2012, anno di transizione). Varcata tale soglia, bisognerà acquistare sul mercato ulteriori "autorizzazioni a inquinare", saldando a suon di quattrini gli sforamenti del tetto: 10 euro a tonnellata di CO2, grazie e buon viaggio.

"Grazie alla fissazione dei valori dei parametri di riferimento – ha detto Connie Hedegaard, commissaria responsabile dell'azione per il clima – le compagnie aeree ora sanno quante quote riceveranno a titolo gratuito ogni anno fino al 2020. Agli attuali prezzi di mercato queste quote gratuite rappresentano oltre 20 miliardi di euro per il decennio a venire. Con queste entrate potenziali le compagnie potrebbero investire nell'ammodernamento delle flotte al fine di migliorarne l'efficienza dal punto di vista del consumo e utilizzare carburante non fossile per il trasporto aereo. Benché l'Ue preferisca un'azione su scala mondiale, non possiamo tuttavia accettare che il settore dell'aviazione sia esonerato dalla partecipazione perché non riesce a raggiungere un accordo internazionale".

Non è un caso, infatti, che tutte le compagnie saranno obbligate a partecipare al programma Ets, anche quelle non europee e che tuttavia volano da e per l'Europa. Quasi tutte gridano da tempo al rincaro selvaggio da scaricare sui clienti. Non potevano mancare gli italiani: "Stimiamo un danno per i nostri bilanci compreso tra i 30 e i 70/80 milioni di euro in tre anni", ha dichiarato l'a. d. Alitalia Rocco Sabelli, supportato dal governo nella battaglia contro la direttiva Ue.

Se si scava un po', il problema risulta in realtà assai marcato. Rispetto a vent'anni fa il livello delle emissioni è raddoppiato. Un aumento vertiginoso che ha portato al 10% il tasso d'incidenza dei voli aerei nel complesso delle emissioni di gas serra interessate dal sistema di compensazione europeo.

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