lunedì 27 giugno 2011

Arte contemporanea? No, disastri naturali dall'alto [foto] - Wired.it

Arte contemporanea? No, disastri naturali dall'alto

Rifiuti chimici dispersi, perdite di petrolio, miniere a cielo aperto. Sono gli scatti aerei di Henry Fair

27 giugno 2011 di Davide Ludovisi

Ammasso di rifiuti provenienti da una fabbrica di fazzoletti di carta

 

  • fazzoletti di carta

    Ammasso di rifiuti provenienti da una fabbrica di fazzoletti di carta

  • Metalli pesanti

    Scorie di metalli pesanti provenienti dalla produzione di fertilizzanti

  • Schiuma bauxite

    Pennacchio di schiuma derivante dallo smaltimento di bauxite

  • Fertilizzanti

    Inquinamento da fertilizzanti

  • Deposito coke

    Un bulldozer al lavoro in un deposito di coke di petrolio

  • Fosfati

    Scarico di fosfati

  • Tracce pneumatici

    Tracce di pneumatici in un deposito di rifiuti di bauxite

  • cenere di carbone

    Cenere di carbone derivante da un impianto di generazione elettrica

  • Tipologie petrolio

    Due tipologie di petrolio della BP nel Golfo del Messico

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(Credit per le foto: J Henry Fair, 2011. Si ringrazia il partner di volo SouthWings)

A prima vista sembrano dei quadri astratti, ricordano Pollock, O'Keeffe, o Klee. Colori, sfumature e forme piacevoli, che contrastano però con la cruda realtà: sono disastri, ferite provocate all'ambiente dall'attività umana. Sono foto aeree di fuoriusciteUN petrolifere, miniere a cielo aperto, rifiuti chimici dispersi nei fiumi o campi agricoli (paesaggi simili a quelli di un altro fotografo, Kacper Kowalski). L'autore, J Henry Fair, ha raccolto decine di immagini in un libro dal titolo eloquente, The Day After Tomorrow: Images of Our Earth in Crisis.

Le foto raccolte sono state realizzate in un decennio circa, e documentano alcune delle maggiori aree inquinate di Stati Uniti ed Europa, sorvolando le zone con un piccolo aereo, un Cessna 182. La prospettiva in questo caso conta parecchio. “Il mio lavoro rappresenta la mia visione della società. All'inizio fotografavo cose brutte , che essenzialmente sbattevano il problema in faccia alla gente”, dichiara Fair: “Nel tempo, iniziai a fotografare tutto ciò con un occhio diverso, rendendolo meraviglioso e spaventoso allo stesso tempo; può sembrare una missione inconciliabile, ma in realtà è piuttosto fattibile, visto il soggetto in questione”. Il soggetto siamo noi, quindi, o le conseguenze estreme alle nostre azioni, se preferite.

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