giovedì 30 giugno 2011

Il mistero di Tunguska - Wired.it

Il mistero di Tunguska

103 anni fa, il cielo sopra la Siberia si accende all'improvviso e 60 milioni di alberi vengono abbattuti. Cosa è successo?

30 giugno 2011 di Caterina Visco

Mappa

Ecco dove è avvenuto l’Evento di Tunguska (Bobby D. Bryan/wikimedia)

 

  • Mappa

    Mappa

    Ecco dove è avvenuto l’Evento di Tunguska (Bobby D. Bryan/wikimedia)

  • II mineralogista russo

    II mineralogista russo

    Leonid Alekseyevich Kulik, il primo a indagare sull’Evento di Tunguska (Vladimir Ivanov/wikimedia)

  • Desolazione1

    Desolazione1

    Lo spettacolo che si è presentato agli occhi di Kulik (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Desolazione2

    Desolazione2

    Lo spettacolo che si è presentato agli occhi di Kulik (credits: Cyrotux/wikimedia)

  • Foto aerea 1

    Foto aerea 1

    Ecco cosa ha fotografato Kulik nel 1938 durante la sua spedizione aerea. Le linee bianche sono alberi abbattuti (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Foto aerea2

    Foto aerea2

    La Riserva naturale di Tunguska vista dall’alto (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Alberi

    Alberi

    Primi esami degli alberi per il team italiano nel 1991 (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Prima

    Prima

    Un albero nato prima dell’esplosione mostra un’asimmetria nelle linee di accrescimento a partire dal 1908(Credits: sito Tunguska dell'Universita'di Bologna)

  • Dopo

    Dopo

    Ecco invece la sezione di un albero nato dopo il 1908 (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Foto aerea 3

    Foto aerea 3

    Il lago visto da un aereo nel 1999 (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Cento anni dopo

    Cento anni dopo

    Ecco il lago Cheko il 30 giugno 2008 (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • E se fosse accaduto a Roma

    E se fosse accaduto a Roma

    L’area in giallo è quella degli alberi incendiati dall’esplosione la verde di quelli abbattuti dall’onda d’urto (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

  • Evenki

    Evenki

    Un gruppo in abiti tradizionali che ha accolto i ricercatori italiani (Credits: sito Tunguska dell'Universita' di Bologna)

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Prima un grande squarcio nel cielo e un'enorme palla di fuoco che sovrasta la foresta, poi uno straordinario calore e una fragorosa esplosione, come se migliaia di cannoni sparassero all’unisono le loro palle di piombo. È così che un testimone oculare, Semen Semenov, descrisse quanto accadde alle 7:15 del mattino del 30 giugno 1908 vicino al fiume Podkamennaya Tunguska, in piena taiga siberiana.


L' Evento di Tunguska è oggi tanto famoso da comparire anche sui libri di scuola (almeno quelli russi). Eppure, dopo più di cento anni, ancora non è chiaro cosa avvenne per davvero. La spiegazione più accreditata è che quel giorno un corpo celeste - una cometa o un meteorite - che viaggiava in direzione della Terra a una decina di chilometri al secondo, sia esploso a circa 8 mila metri dalla superficie del nostro pianeta. L'esplosione rilasciò un'energia pari a circa 10 megatoni di Tnt (mille volte la bomba di Hiroshima) e un'onda d'urto che distrusse 2.200 chilometri quadrati di foresta abbattendo oltre 60 milioni di alberi. Il boato venne udito a centinaia di chilometri di distanza, in Europa la notte restò luminosa per diversi giorni: secondo alcune testimonianze, in Inghilterra si poteva leggere il giornale a mezzanotte senza bisogno di lampadine.

Tuttavia, un po' per la posizione isolata, un po' per gli sconvolgimenti politici che animavano la Russia in quegli anni, la devastazione della foresta, abitata per lo più dalla popolazione nomade degli Evenki, non venne scoperta fino al 1927. Quell'anno una spedizione dell' Accademia sovietica delle scienze coordinata dal mineralogista Leonid Alekseyevich Kulik arrivò sul luogo e, ammutolita dal desolante spettacolo della taiga distrutta, scattò fotografie, raccolse campioni e cercò indizi utili a capire cosa fosse successo. Per decine di anni Kulik esaminò il territorio alla ricerca di tracce di un eventuale impatto, ma senza successo. Organizzò anche una ricognizione aerea, che tuttavia non riportò niente di anomalo. 

L'assenza di certezze ha lasciato spazio nel corso degli anni al fiorire delle più svariate teorie: si è parlato di mini buchi neri, di esperimenti di creazione di antimateria sfuggiti al controllo in chissà quale laboratorio sotterraneo, di basi aliene (persino due puntate della famosa serie di X-files sono state dedicate al mistero di Tunguska). Tutte ipotesi senza fondamento. Tranne una: quella dell'esplosione di un corpo celeste, l'unica presa in seria considerazione dagli scienziati e oggetto di centinaia di studi. Per molti anni il responsabile di tanta devastazione è stato identificato in un meteorite, ma ultimamente ha acquistato credito anche l’idea che sia trattato di una cometa.

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