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Per il cervello 20 minuti di guida nel traffico non sono molto diversi da 20 minuti passati a zappare un campo di grano. All’elettroencefalogramma si osservano infatti le stesse alterazioni di attività elettrica: onde cerebrali alfa alternate ai cosiddetti fusi del sonno. Mentre il ritmo alfa normale (onde di 8-12 Hertz, cioè in media 10 cicli al secondo con un’ampiezza di 40-50 microvolt) si registra a riposo quando si sta a occhi chiusi e completamente rilassati, in caso di grave affaticamento compaiono salve di attività elettrica simile ai cosiddetti fusi alfa del sonno. Secondo uno studio in pubblicazione su Clinical Neurophysiology e condotto dai ricercatori tedeschi delle università di Tübingen, Regensburg e Düsseldorf in collaborazione col Dipartimento di psicologia e medicina del traffico del Federal Highway Research Institute tedesco, la comparsa di questi fusi insieme a onde alfa in una persona che sta guidando rappresenta il miglior indice di affaticamento cerebrale. ALGORITMO - I fusi alfa sono treni di onde di 12-16 Hertz che compaiono per pochi secondi prima dello stadio 2 del sonno non REM, quello medio, e indicano che il cervello ha bisogno di riposo. Se arrivano quando stiamo guidando è meglio lasciar stare il volante e prendersi una pausa. Nello studio tedesco si sono presentati sia in laboratorio con un simulatore di guida, sia con guida reale nel traffico cittadino. I ricercatori hanno messo a punto un particolare algoritmo computerizzato in grado di individuare automaticamente la comparsa dei fusi alfa anche quando un normale elettroencefalogramma non li distingue, che sarà per ora utile negli studi clinici dell’attività cerebrale e che in futuro potrebbe magari essere integrato in un microsensore cutaneo da indossare come occhiali e collegato a un allarme da tenere sul cruscotto nei lunghi viaggi per avvertire il guidatore quando è meglio fermarsi in un autogrill. Fonte: http://www.corriere.it/ Lascia un tuo commento: href="http://posterous.com"> da site_name (())
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