lunedì 30 maggio 2011

Ripensare insegnamento, apprendimento e consulenza: tre modelli per creare la "scuola senza pareti" - Wired.it

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via gGADGETLAND BLOG MISTER BIT MISTER BITdi Matteo Bittanti 30 maggio 2011 Ripensare insegnamento, apprendimento e consulenza: tre modelli per creare la "scuola senza pareti" "Prima dell'avvento della stampa, i giovani apprendevano ascoltando, guardando, facendo. Infatti, fino a non molto tempo fa, i ragazzi delle zone rurali apprendevano il linguaggio e le abilita' dagli anziani. L'apprendimento si svolgeva fuori dalle classi. Solo coloro che aspiravano a una carriera professionale andavano a scuola. Oggi, nelle nostre citta', la maggior parte dell'apprendimento si svolge fuori dalle classi. L'enorme quantita' di informazioni offerte dalla stampa, dalle riviste, dal cinema, dalla televisione e dalla radio eccede di gran lunga quella offerta dall'istituzione scolastica e dai libri. [I mass media] hanno distrutto il monopolio del libro come strumento pedagogico primario e incrinato le pareti delle classi in modo cosi' rapido che oggi siamo tutti confusi, sorpresi" (Marshall McLuhan, "Classrooms Without Walls", 1957, enfasi aggiunta) Una settimana fa ho descritto il nuovo servizio del visionario fondatore (ed ex-CEO di Linden Lab), Philip Rosedale, Coffee & Power (C&P). Per chi non avesse letto l'articolo, si tratta di una bacheca virtuale di offerte/richieste di servizi di natura lavorativa in tempo reale che miscela gli aspetti piu' interessanti di Google Maps, FourSquare, Meet-Up e Craigslist. Lanciato in fase beta a San Francisco, C&P sfrutta in modo intelligente e innovativo il concetto di micro-local. C&P visualizza infatti le proposte/richieste di lavoro sulla griglia cartografica di una citta' o di un quartiere, permettendo agli utenti di rispondere a quelle che ritengono piu' interessanti. Definite "missioni" - nell'era della gamification, la terminologia non puo' che essere videoludica - le richieste/offerte possono essere completate in tempi rapidi (un'ora, mezza giornata, un giorno) previo compenso economico o scambio consensuale (baratto). C&P risponde a un'esigenza sempre piu' diffusa nella nostra societa': l'accesso diretto, just-in-time, a uno specifico capitale intellettuale e a determinate competenze (high-end, di nicchia etc). Non a caso, Rosedale ha inaugurato il suo nuovo progetto offrendo una consulenza di un'ora a chiunque gli avesse offerto un pranzo. Per chiarire, C&P non e' un sistema di content delivery: si tratta di un social network che facilita il contatto tra individui che cercano/offrono prestazioni lavorative hic et nunc. E' legittimo prevedere che in tempi assai rapidi si moltiplicheranno piattaforme ancora piu' sofisticate e mirate, capaci di offrire servizi di match-making professionale che trascendono limiti temporali e geografici per iniziative dalla durata limitata e che, nella maggior parte dei casi, non richiedono lo spostamento fisico delle parti coinvolte. Progetti che necessitano di un'infrastruttura leggera (leggi: un laptop, un collegamento a internet e Skype), per essere portati a termine con successo. Mi auguro che questi nuovi servizi si ispireranno, nella forma o nella sostanza, a tre modelli che mi appresto a descrivere. Tre siti, tre progetti, tre iniziative che ci invitano a ripensare non solo l'idea di apprendimento e insegnamento, ma anche quello di tutoring & mentoring, brainstorming & consulenza: Skillshare (2011-), Khan Academy (2006-) e MIT OpenCourseWare (2002-). Mi auguro, soprattutto, che questi nuovi servizi saranno sviluppati da designer italiani perche' se c'e' un paese deve ri-pensare e ri-lanciare la formazione e' proprio l'Italia. Ok, partiamo: Skillshare - Lanciato da quattro giovani brillanti (Michael Karnjanaprakorn, Malcolm Ong, Jake Przespo e Danya Cheskis-Gold), il sito parte dal presupposto - assolutamente condivisibile - che l'apprendimento non e' necessariamente il risultato di un'educazione scolastica, ma un processo che dura una vita, continuamente migliorabile. E poi, che "learning cool things should be easy". Skillshare si pone come obiettivo quello di democratizzare l'insegnamento & l'apprendimento, creando una piattaforma che mette in diretto contatto docenti qualificati con studenti desiderosi di apprendere specifiche competenze, competenze che spesso le istituzioni scolastiche tradizionali non sono in grado di offrire, anche perche' l'accademia - anche quella piu' avanzata - sconta spesso un ritrardo non indifferente rispetto alle esigenze di un panorama che si evolve a ritmi rapidissimi. Skillshare offre un servizio di coaching peer-to-peer che facilita lo scambio di risorse intellettuali a costi relativamente bassi ($15-20 per classe). I corsi si svolgono offline, ossia nel "mondo reale" e si rivolgono a un pubblico eterogeneo. Qualche sempio: tecniche di presentazione modello TED Talks, curate da Katherine Preston; lezioni di fotografia digitale (la docente e' Jamie Olmerson); concept mapping e tecniche di data visualization (Pauline Kehm). La maggior parte delle classi sono offerte a New York, ma il servizio si sta diffondendo anche in altre citta' americane. Ecco il trailer. Khan Academy - Del progetto di Salman Khan abbiamo gia' parlato abbondantemente su queste pagine. Come forse ricorderete, Gabriele Ascoli ha intervistato il creatore di questa brillante iniziativa poco meno di un anno fa. A partire dal 2006, Khan e il suo team di giovani menti brillanti hanno creato e distribuito su YouTube oltre duemila video lezioni di durata variabile - in media, dieci minuti - su temi che spaziano dalla matematica alla biologia, dalla storia all'economia, dalla finanza alla geografia. Un archivio di enorme valore, completamente gratuito e che si rivolge a un pubblico eterogeneo. Pensata per gli studenti delle scuole medie e superiori, la Khan Academy e' in realta' aperta a tutti - confesso che io stesso ho finalmente colto l'ABC dell'algebra e della trigonometria, quei principi che non ho mai imparato al liceo scientifico perche' ai tempi non riuscivo proprio a comprenderne l'utilita'. Come si dice in questi casi, non e' mai troppo tardi. Di fronte alla colossale stupidita' della maggior parte dei programmi televisivi che appestano l'etere - talk-show mortificanti, reality-tv e "programmi demenziali con tribune elettorali" - questo progetto formativo acquista un'importanza cruciale. E' la prova che non tutto e' perduto. Anzi: e' la prova che la situazione sta migliorando. I video di Khan sono pillole di conoscenza che stimolano l'appetito ed invogliano ad approfondire. Il sito e' strutturato su efficaci meccanismi di carattere ludico: l'apprendimento viene premiato con punteggi e altri trofei simbolici, visualizzazioni e grafici. Non si tratta semplicemente di guardare dei video: lo studente viene invitato a partecipare a sfide intellettuali di difficolta' crescente: i puzzle da risolvere, in questo caso, hanno a che fare con equazioni e formule, eventi storici e dinamiche finanziare. E' la versione "matura" del Brain Age/Training di Nintendo. Veri e propri tutorial, dove si apprendono abilita' che si possono reinvestire nel mondo reale e non semplicemente in quello videoludico (senza nulla togliere ai mondi virtuali, beninteso). Si tratta, in altre parole, di un servizio formativo gratuito, senza fini di lucro. A tutt'oggi, la Khan Academy e' stata "visitata" da oltre 52 milioni di utenti. A tutti gli interessati, consiglio di (ri)leggere l'ottima intervista di Gabriele Ascoli e, soprattutto, di visitare il sito. Nella classifica annuale della creativita' personificata di Fast Company, Salman Kahn si e' aggiudicato la settima posizione. Meritatissima. MIT OpenCourseWare - Lanciato nel 2002, il progetto MIT OpencourseWare (MIT OCW) è una iniziativa del Massachusetts Institute of Technology, patrocinata dall'Hewlett Foundation, che ha lo scopo di rendere disponibile gratuitamente in rete i materiali utilizzati per corsi universitari - seminari, lecture e workshop. L'ambizioso progetto ha favorito meglio di ogni altro la diffusione su larga scala di materiale didattico universitario di eccellente livello, in forma accessibile e democratico. A tutt'oggi sono disponibili oltre 2100 corsi, alcuni dei quali contengono video, presentazioni (in streaming o download), appunti, esami, bibliografie complete ed esercizi interattivi. Se oggi esiste iTunes U dobbiamo ringraziare il MIT che ha (in)direttamente ispirato. Ricordo ancora l'emozione che ho provato quando, quasi una decade fa, ho potuto seguire, a distanza e in forma asincrona, i corsi del MIT. Trovarsi di fronte a un simile patrimonio di conoscenza, a costo zero, ha innescato in me sensazioni paragonabili alla sindrome di Stendhal. Un servizio geniale che ha definito nuovi standard per l'e-learning e per l'apprendimento tout court. A quei tempi vivevo ancora in Italia - ero rientrato a Milano dopo un Master of Science presso la San Jose' State University, a San Jose', California. Non nascondo che il MIT OpencourseWare e' stata una delle ragioni che mi hanno spinto a fare ritorno negli Stati Uniti e, soprattutto, a un modello di universita' differente, aperto, innovativo, dinamico e aperto al nuovo. Ignoro se tra i lettori di WIRED ci sia qualcuno che, come me, ha beneficiato - e continua a beneficiare - di questo strepitoso servizio. In caso affermativo, vi sollecito a donare anche pochi dollari al MIT. Questa "scuola senza pareti" - che non ha alcun fine di lucro e che sostiene, annualmente, costi pari ai 3.5 milioni di dollari - non ha ricevuto i finanziamenti necessari per proseguire la sua missione e rischia di chiudere i battenti nel 2012. Sarebbe una grande perdita, non tanto per il MIT, ma per tutti noi, studenti del ventunesimo secolo. Non possiamo permetterlo! Concludendo, cio' che accomuna questi tre servizi e' il desiderio di ripensare le formule tradizionali di apprendimento bypassando il sistema formativo scolastico tradizionale, chiuso, esclusivo ed elitario. Non si tratta di proporre servizi alternativi, bensi' complementari a quelli esistenti. L'obiettivo e' quello di permettere a tutti gli interessati di acquisire informazioni utili e preziose on demand a costi che in alcuni casi si approssimano allo zero. Il ruolo strategico di gate-keeper delle istituzioni accademiche non viene meno: una "laurea" alla Khan Academy non puo' ovviamente competere con un certificato rilasciato da Stanford o dal MIT. E, almeno per il momento, Annie Leibovitz non insegna corsi di fotografia attraverso Skillshare... ...Il punto e' che la Khan Academy non si pone in competizione con Stanford o con il MIT. Il punto e' che Annie Leibovitz, un domani, potrebbe davvero insegnare fotografia con Skillshare. Magari non "Annie Leibovitz", ma l'Annie Leibovitz 2.0, quella che oggi scatta con Instagram via iPhone. Il punto e' che oggi abbiamo a disposizione un mucchio di risorse per imparare cose nuove: basta un computer, un collegamento a internet e la voglia di apprendere. Al di la' dell'e-learning - anche nelle modalita' high-tech del MIT OpencourseWare - si stanno facendo strada nuove opportunita' di apprendimento peer-to-peer & micro-local, che mettono a diretto contatto gli studenti con docenti, tutor, consulenti. La profezia di McLuhan della "scuola senza pareti", citata in esergo, e' oggi diventata realta'. Nel corso della sua lunga, ma tragica esistenza, l'eccentrico canadese e' stato deriso da una comunita' accademica scettica e diffidente, incapace di cogliere il suo genio ed invidiosa dei suoi successi. Oggi McLuhan viene celebrato - a ragione - come uno dei piu' grandi teorici (e profeti) dell'era digitale. Meglio tardi che mai. adget.wired.it

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