Dietro le quinte degli effetti speciali di X-Men L'inizio
La scena più difficile da realizzare? La trasformazione di Hank McCoy da umano a pelosa Bestia. Ma anche quella in cui Magneto distrugge una nave non è stata facile. Ce le racconta Daniele Bigi, look developer e lead lighter per l'ultimo film dei mutanti Marvel
03 giugno 2011 di Andrea Giordanox-men l'inizio
x-men l'inizio
Pagina successivaL’ 8 giugno uscirà finalmente nelle sale cinematografiche italiane (distribuito dalla Twentieth Century Fox) il quinto e atteso episodio della saga di fumetti degli X-Men, apparsa per la prima volta nel 1963 e che dal 2000 (anno del primo X-Men) al 2009 ( X – Men le origini:Wolverine) ha calamitato l’attenzione dei numerosi appassionati del genere, riuscendo quasi sempre ad essere campione d’incassi.
Il nuovo X-Men L’inizio ( X-Men First Class), affidato questa volta allo sguardo del regista e sceneggiatore inglese Matthew Vaughn, è ambientato negli anni ’60 e racconta una vicenda segreta legata al periodo della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia, in cui il mondo si ritrova ben presto sull’orlo di una battaglia nucleare, una pellicola che si preannuncia già di grande effetto, e che potrà contare sulla presenza di attori come James McAvoy ( Le cronache di Narnia, L’ultimo re di Scozia), Jennifer Lawrence ( Winter’s Bone) o Kevin Bacon ( L’uomo senza ombra), ma che soprattutto sarà un viaggio d’indagine per i tanti fan per riuscire finalmente a fare luce sui tanti punti oscuri riguardo ai protagonisti della serie e al loro passato.
Dietro agli effetti speciali c’è ancora Daniele Bigi, look developer e lead lighter comasco, da anni emigrato all’estero a lavorare in grossi studios d’animazione, all’inizio negli Stati Uniti ad Atlanta, poi a Berlino, a Bangalore in India, fino a sbarcare in Inghilterra alla Framestore prima e dal settembre 2008 nella prestigiosa Moving Picture Company (Mpc) di Londra.
Molti infatti i successi professionali ottenuti fino a questo momento da Bigi, dai lavori con Le Cronache di Narnia: il principe Caspian, Prince of Persia, The Wolfman, fino all’ultimo Harry Potter e i doni della Morte, un’escalation qualitativa, che lo vede sempre più protagonista nel campo degli effetti speciali.
Prossima sfida infatti sarà quella ambiziosa e affascinante riguardante il nuovo lavoro di Ridley Scott, il cosiddetto prequel di Alien, Prometheus, di cui lo stesso Bigi e la Mpc hanno già cominciato a lavorare sulle prime scene.
Come avete lavorato a questo nuovo progetto?
“Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto intorno alla metà di novembre/inizio dicembre 2010 quando sono cominciati ad arrivarci i primi shot, circa 150 scene poi in totale, diverse tra di loro, ma soprattutto molto complesse da realizzare, in particolare come quelle riguardanti la trasformazione del personaggio della Bestia (interpretato nella pellicola da Nicholas Hoult)”.
Quali sono le scene sulle quali avete maggiormente lavorato?
“C’è una scena in cui appunto il personaggio della Bestia inizia a trasformarsi, in particolare quella del piede che cambia colore e da umano diventa poi simile a quello di una scimmia, che abbiamo realizzato con la tecnica del morphing 3D (letteralmente metamorfosi e che consiste in un’animazione di trasformazione da un oggetto ad un altro), e che in Mpc chiamavamo transformation sequence.
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