Qualcuno ha spento il Sole: il fotovoltaico paralizzato da mesi
Il governo ha bloccato il mercato da marzo a maggio. In ritardo, presenta un documento per ripartire e fa partire il nuovo conto energia dal primo giugno. Ma le banche non si fidano più e il settore entra in crisi
03 giugno 2011 di Gaia Berrutopannelli solari
pannelli solari
Pagina successivaSimulazione: prendete un’azienda sana, in espansione, che a marzo raddoppia il fatturato dell’anno precedente. Un’azienda che, visti i successi, ha deciso di stabilizzare alcuni suoi dipendenti e di assumerne altri. Ora bloccate il mercato nel quale lavora, senza dire quando e come riprenderà. Cosa succede? Licenziamenti, casse integrazioni, crisi. Tutti a casa, insomma.
È lo scenario che da mesi vive chi si occupa di fotovoltaico in Italia, un settore di più di mille aziende che fornisce oltre 120mila posti di lavoro. “ Siamo passati all’improvviso dal fare i colloqui per nuove assunzioni a litigare con il commercialista per non licenziare i nostri dipendenti”, spiega Maria Elena Moavero, amministratrice di HtCompany, una piccola azienda di Monte Rotondo che paga gli stipendi a dieci persone.
Cosa è successo
Nell’agosto del 2010 il governo vara il terzo Conto energia, un documento che dà i parametri per gli incentivi del fotovoltaico per il triennio successivo. Già a dicembre, però, si cambiano le carte in tavola con un decreto – chiamato Salva Alcoa dal nome della multinazionale americana che ha spinto a farlo – che in sostanza dice: “ se avete finito i lavori entro il 31 dicembre, potete beneficiare degli incentivi del secondo conto energia (più vantaggioso economicamente)”. Un regalo ad alcune grandi aziende, denunciano tutti. Fatto sta che il giochetto è sfruttato da circa 53mila impianti. Il risultato, com’era prevedibile, è uno sforamento dei tetti degli incentivi. Insomma, il caos. A inizio marzo il ministro dello sviluppo economico annuncia con un decreto che è il caso di dare un taglio agli incentivi. E avvisa: entro il 30 aprile ne saprete di più.Nel frattempo: il vuoto. Le banche si paralizzano, l’incertezza regna padrona e nessuno lavora più, perché non è chiaro se – e quanti – incentivi saranno previsti e quali saranno le nuove regole. A metà maggio il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani e quello dell’ambiente Stefania Prestigiacomo riescono a mettersi d’accordo su un testo: il quarto conto energia, che entra in vigore il primo giugno e in pratica riduce di mese in mese gli incentivi fino al 2013. Netro quella data partirà poi una regolazione automatica del livello degli incentivi in relazione alla potenza installata. Ma nel frattempo, cosa è successo a tutte quelle piccole imprese che sono rimaste due mesi ad aspettare la politica?
“ Una premessa: l’arrivo del nuovo documento non ci ha fatti ripartire. Siamo sempre nella stessa posizione: le banche non si fidano e non riaprono i cordoni delle borse”, spiega Maria Elena Moavero. Il fotovoltaico si basa essenzialmente sul sistema bancario, che concede i finanziamenti per iniziare i lavori. Ma dopo lo stop improvviso del governo qualcosa si è inceppato. “ Hanno paura che cambino un’altra volta le regole. Magari fra tre mesi i politici si svegliano e fanno altre modifiche, chissà. Pare non ci sia mai niente di definitivo in questo settore.
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