Come si legge nel pensiero [video]
DreamBrain è il casco con cui Riccardo Prodam riesce a comunicare con suo padre. Nella videointervista ci spiega come funziona
01 giugno 2011 di Wired.it StaffCover giugno, particolare
Pagina successivaIl 13 dicembre 2009, Fabrizio Prodam, imprenditore torinese, viene colto da ictus. I danni all’encefalo lo privano di movimento e della capacità di comunicare. Ma non di pensare, avere esigenze e sentire. E il figlio Riccardo gli sussurra all’orecchio: “ non ti preoccupare papà, questa la risolviamo”. Comincia così l’avventura di Riccardo - raccontata su Wired di giugno -, che di mestiere è ingegnere con una specializzazione in calcolo combinatorio, alla ricerca di un mezzo che lo metta in comunicazione con la mente del padre.
Dopo mesi e mesi passati a studiare, a confrontarsi con colleghi matematici e logopedisti, arriva a creare un casco dotato di sedici elettrodi che, appoggiati sulla testa, basandosi su un modello matematico, decifrano i messaggi cerebrali. L’avventura disperata di un figlio per aiutare il padre ha partorito un’invenzione attorno a cui oggi lavora un team di persone, ad esempio la sorella Flavia Prodam, e i cui brevetti stanno per essere depositati, come racconta lo stesso Riccardo nella videointervista rilasciata a Wired.it. Perché leggere la mente è da sempre uno dei sogni più grandi della scienza: non solo in campo medico, anche militare.
La tecnologia del casco in sei passi1 Sedici sensori senza gel né bisturi
I 16 sensori del caschetto utilizzato dal DreamBrain si appoggiano sulla testa, senza bisogno di applicare gel o di impiantare chirurgicamente nei tessuti gli elettrodi. Il casco, prodotto dall’americana Emotiv, costa circa 3mila euro. Da tempo è utilizzato per gli elettroencefalogrammi medici.2 Nel cervello corre l’onda
I sensori, all’interno della calotta, rivelano le variazioni di corrente elettrica prodotte dall’attività dei neuroni e associate alle onde cerebrali, trasmettendo il segnale a un netbook su cui gira il software.3 Connessi senza fili
Addio fili e cavetti: la trasmissione dei dati al pc è wireless e lascia a chi lo indossa il massimo di comfort. L’unico gesto da fare è accendere il pc.4 Il software non sa, ma impara
Chi indossa il caschetto per la prima volta deve attendere alcuni minuti perché il software possa campionare i segnali provenienti dalla sua corteccia cerebrale e calibrare il modello matematico. Gli impulsi relativi a un pensiero, ad esempio il desiderio di bere, sono elaborati con algoritmi che traducono cosa si pensa. L’accuratezza è dell’82% nei pazienti colpiti da ictus e altre patologie, ma superiore al 90% nei soggetti sani.5 “Sì grazie, voglio bere!”
Una volta accesa e tarata, la macchina propone una serie di azioni con un’interfaccia grafica user-friendly sviluppata dalla torinese Brainer per tradurre ciò che pensa chi indossa il casco.
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