l cuore artificiale più piccolo mai impiantato in Italia
Con solo 25 grammi di peso e della dimensione di una batteria mini-stilo, è stato impiantato per la prima volta in Italia un cuore artificiale che andrà a compensare un malfunzionamento cardiaco in un paziente italiano di 70 anni. Il risultato è stato presentato nel corso del V congresso nazionale di Ecocardiochirurgia a Milano.
Il cuore artificiale è stato impiantato con successo – con un intervento mini-invasivo – per la prima volta in Italia dal dott. Ettore Vitali, responsabile del Dipartimento Cardiovascolare dell’Istituto Clinico Humanitas, insieme all’équipe di Cardiochirurgia dell’ospedale, insieme ai dott. Alessandro Barbone e Diego Ornaghi. L’operazione è stata eseguita tre mesi fa, e oggi il paziente sta bene.
Questo micro-cuore high-tech, chiamato Synergy Circulite, rappresenta l’ultima evoluzione dei sistemi di assistenza ventricolare, che cioè non sostituiscono completamente un cuore vero ma lo aiutano a sostenere il carico di lavoro.Il micro-cuore è un bel passo avanti nella ricerca, che risolve lo scompenso cardiaco senza mettere il paziente nelle condizioni di trapianto di cuore, operazione di gran lunga più invasiva e piena di efffetti collaterali, come il pericolo di rigetto.
“Si tratta un dispositivo per un supporto circolatorio parziale, indicato in pazienti affetti da scompenso cardiaco moderato, in grado di pompare 4 litri di sangue al minuto – spiega il dott. Ettore Vitali, presidente di Ecocardiochirurgia -. La potenza del dispositivo, sommandosi alla funzione del cuore, aumenta così la gittata cardiaca totale. E’ una sorta di ‘stampella’ per il cuore. La micro-pompa è stata impiantata nel paziente in una tasca sottocutanea (come un pacemaker) con una procedura chirurgica mini-invasiva, che implica solo una piccola incisione sul torace (minitoracotomia). Il dispositivo è associato ad una batteria esterna ricaricabile molto leggera, della durata di 20 ore”.
Finora già 42 pazienti hanno ricevuto un mini-cuore nel mondo, arruolati in un trial clinico avviato ad aprile 2007 presso i centri cardiochirurgici di Lovanio, Hannover e Munster. Humanitas è il primo ospedale italiano ad entrare in questo trial.
“I primi dati del trial e la nostra esperienza in Humanitas – spiega il dott. Giuseppe Tarelli, co-direttore di Ecocardiochirurgia e responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’Istituto Clinico Humanitas – hanno dimostrato che l’impianto della micro-pompa ha portato un recupero immediato e un sostanziale beneficio emodinamico: dopo le fasi iniziali di assistenza i pazienti presentano piuttosto costantemente una ripresa della attività contrattile dei ventricoli nativi. Anticipando l’impianto ed evitando le fasi critiche dello shock cardiogeno, questo device può essere sufficiente a sostenere il circolo in pazienti con scompenso cardiaco avanzato”.
Questo nuovo minicuore è una possibilità ulteriore rispetto a farmaci, defibrillatori e pacemaker biventricolari. Anche molti trapianti possono essere evitati grazie alla nuova tecnica.
Lo scompenso cardiaco è l’unica malattia cardiovascolare in continuo incremento per incidenza e mortalità, nonostante oggi le patologie cardiache vengano curate in modo più efficace rispetto al passato. Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, la riduzione di mortalità in campo cardiovascolare ha inciso per il 70% sull’allungamento della vita media, ben 7 anni dal 1960 al 2000.
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