Il mistero del supermissile libico
Fotografato il potente anti-aereo SA-24 montato su un camioncino. Ma come ne è entrato in possesso l’esercito del regime? Probabilmente a fornirlo è stato Chavez, dice WikiLeaks
24 marzo 2011 di Martina SaporitiSoldati libici sparano contro gli aerei degli alleati
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Soldati libici sparano contro gli aerei degli alleati
Il giornalista della Cnn Nic Robertson visita un capannone dell'esercito libico colpito da un missile degli alleati
Boeing C135 dell'esercito francese
Boeing C135 dell'esercito francese
Un gruppo di ribelli scarica da un'auto delle granate
Un aereo della Royal Air Force britannica
Un F-15 dell'aeronautica statunitense
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
Ribelli nei pressi di Bengasi
La durezza di una guerra
Una persona, con un cellulare in mano, fotografa un soldato di Gheddafi morto
A colloquio
Il presidente Usa Obama al telefono mentre le forze americane bombardano la Libia
Colpito
Il palazzo di Gheddafi colpito durante un raid della operazione Odissea
Tra le macerie
Il palazzo di Gheddafi colpito durante un raid della operazione Odissea
In posa
Uno dei ribelli si fa fotografare
Ribelli
I ribelli in uno scatto a 35 chilometri da Bengasi
Ribelli
I ribelli fotografati appena fuori Bengasi
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Nel Registro delle Armi delle Nazioni Unite non c’è traccia del passaggio. Eppure il fotografo David Fulghum, reporter dell’ Aviation Week, non ha dubbi: “ un nuovo e più pericoloso missile anti-aereo a corto raggio made in Russia è finito nelle mani delle forze governative della Libia”. Si tratta del temutissimo SA-24 Grinch, l’ultima generazione dei missili anti-aerei fabbricati dai sovietici a partire dagli anni ’70. Ma come ha fatto Muammar Gheddafi a entrarne in possesso? Questo è il mistero, anche se canali diplomatici, rivelati da WikiLeaks, suggeriscono che il colpevole potrebbe essere il presidente del Venezuela Hugo Chávez, da sempre molto vicino al Colonnello.Le fotografie di Fulghum riprendono il missile SA-24 montato su un camioncino dell’esercito libico. La notizia ha lasciato di stucco il Governo americano e molti analisti militari internazionali, perché sino ad oggi non c’era alcuna prova concreta che potesse dimostrare l’acquisto dei missili da parte della Libia. Sorpresa, dunque, ma anche paura per un’arma definita come una delle più letali per la tipologia. “ Il missile ha contro-contromisure difficili da contrastare per aerei dotati solo di razzi”, spiega a Wired.com Matthew Schroeder, direttore della Federation of American Scientists’Arms Sales Monitoring Project: “ Nel complesso è un sistema molto più potente”.
Rispetto ai precedenti modelli, infatti, il missile SA- 24 è più accurato, ha un raggio d’azione più ampio e un mirino a infrarossi a doppia banda. Inoltre, si inceppa meno dei vecchi sistemi. Tuttavia, come spiegato su Aviation Week, il missile può lanciare sino a circa 4mila metri di altezza, mentre la maggior parte delle battaglie aeree si combatte oltre i 7000 metri. Ma ciò non vuol dire che l’arma non sia pericolosa, basta pensare a tutte le operazioni umanitarie o di evacuazione che potrebbero essere compromesse. Resta da capire se il missile ripreso nelle fotografie possa essere smontato dal veicolo su cui è montato e portato a braccio dai soldati, così come era stato originariamente concepito.
Ma veniamo al nodo chiave della questione. Chi ha venduto il SA-24 alla Libia? È difficile dirlo con certezza. “ Molti paesi non riportano nel Registro delle Armi delle Nazioni Unite gli scambi delle armi con altre nazioni”, continua Schroeder. “ E quando lo fanno mancano informazioni chiave, ad esempio il modello delle armi trasferite”. Ciò che sappiamo è che nel 2010 la Russia voleva vendere alla Libia armi per 1,8 miliardi di dollari, compresi potentissimi missili anti-aerei. Ma il trasferimento non si concluse. A buon fine andò invece la vendita al Venezuela di una partita di missili SA-24 primo modello, leggermente differenti da quello fotografato da Fulghum.
Quando i canali di WikiLeaks rivelarono la preoccupazione degli Stati Uniti circa la possibilità che le armi potessero cadere nelle mani dei terroristi venezuelani, i diplomatici russi rassicurarono gli americani sul fatto che le loro vendite avvenivano sempre sotto stretto controllo.
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