sabato 19 marzo 2011

Anoressia nervosa, pericolo sul Web - Wired.it

Anoressia nervosa, pericolo sul Web

Blog e siti internet promuovono questo disturbo alimentare, insegnando a diventare anoressici. Ecco come

18 marzo 2011 di Fabiola de Clercq

anoressia

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    anoressia

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Ana è la personificazione dell' anoressia nervosa ed è la protagonista dei racconti di moltissimi blog pro-ana. La autrici di questi diari segreti on line parlano di Ana come di un'amica molto cara, la difendono se viene attaccata dagli estranei e si ispirano a lei come ad un modello di bellezza perfetto.
 
Ana in realtà è una malattia che può portare alla morte e questi blog sono pericolosissimi perché contengono le istruzioni per diventare anoressiche e le autrici si spalleggiano tra loro per arrivare all'obiettivo della perdita di peso.
 
Insegnano a vomitare, consigliano lassativi e diuretici, esortano e ammirano chi è capace di rifiutare il cibo, insultano chiunque faccia loro notare che Ana è una malattia da curare. Il problema è che questi siti sono alla portata di tutti, soprattutto delle adolescenti disorientate che cercano una risposta ai loro piccoli problemi dati dall'età.
 
Rebecka Peebles della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora ha monitorato 180 blog pro-ana e lancia un nuovo allarme.

La ricerca, pubblicata sull' American Journal of Public Health, ha trovato nei diari pro-ana una miniera di pericoli di facile accesso a chiunque si colleghi a internet: l'80% dei siti pro-ana è dotato di applicazioni interattive (come i contatori di calorie), l'85% pubblica foto di donne scheletriche a cui ispirarsi (chiamati thinspiration), l'83% dà consigli per dimagrire velocemente e su come impegnarsi nell'obiettivo di avere il totale controllo del proprio corpo per arrivare a 45 chili o meno. Il 24% dei siti è stato bollato come molto pericoloso per i lettori.

Questi blog però devono essere considerati anche come delle urla di aiuto: 'Per molte pazienti internet diventa un modo per esprimere i propri sentimenti - concludono gli autori - invece di gestirli attraverso tradizionali modelli di cura come la psicoterapia''.

È necessario spiegare alle giovanissime che non è nella magrezza che si trova la perfezione, in modo da promuovere un canone estetico in cui la salute sia parte integrante della bellezza.
 

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