Come bombarderemo la Libia
L'Italia parteciperà attivamente alla missione Nato contro Gheddafi e inizierà a sganciare bombe. Lo ha confermato Silvio Berlusconi. Ma su che tipo di armi può contare il Belpaese?
26 aprile 2011 di Martina Pennisitornado
tornado
Come non detto. Il Belpaese ha deciso di rivedere la sua posizione iniziale e parteciperà attivamente all'operazione Libia della Nato. La comunicazione è stata data dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha fatto riferimento ad " azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica", dopo essersi confrontato con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. È entrato nel merito dell'impegno dell'Italia dal punto di vista miliare il ministro della difesa Ignazio La Russa in un'intervista rilasciata a Repubblica: "Ora dovranno cambiare i nostri assetti, manderemo sempre dei Tornado (gli aerei già utilizzati, ndr) ma di altro tipo, adatti a colpire bersagli al suolo con dei missili di precisione. […] Finora anche i nostri aerei hanno partecipato alle missioni d'attacco, 'eticamente' non c'è nulla di diverso. Solo che prima scortavamo e proteggevamo gli equipaggi alleati che andavano a colpire i nemici, facendo saltare i sistemi radar libici. Adesso colpiremo anche noi".
Concretamente cosa vuol dire? Quali saranno le forze tricolori a scendere in campo? Fino a ora sono stati coinvolti nell'operazione 8 aerei, 4 caccia e 4 Tornado anti-radar', più altri 4 messi a disposizione della Nato. Un totale, dunque, di 12 velivoli per un investimento economico complessivo vicino ai 50 milioni di euro. Questa nuova fase vedrà un raddoppio dei mezzi coinvolti e, di conseguenza, delle risorse economiche necessarie.
I primi a levarsi in volo saranno i Tornado Ids: aerei biposto, bireattore, con ala a geometria variabile e strutturati per volare a bassa quota ad alta velocità (Mach 1.2) e colpire obiettivi specifici. I missili utilizzati dai Tornado, che possono portare fino a 9mila kg di carichi esterni, sono gli Storm Shadow: cinque metri di lunghezza, un metro di diametro e 1.200 Kg circa di peso. Grazie a sistemi Gps e Inc (sistema di navigazione inerziale) e a un radar altimetrico, questi missili seguono il profilo del terreno e si dirigono in maniera autonoma in direzione dell'obiettivo indicato dalle coordinate impostate a bordo. Nel caso in cui l'obiettivo non dovesse corrispondere alla descrizione inserita, gli Storm Shadow hanno a disposizione un seconda opzione per farsi esplodere senza provocare danni.
Pronti a partire anche aerei AMX, cacciabombardieri monoreattore in grado di raggiungere una velocità di 940 Km/h, dotati di un cannone del calibro di 20 millimetri e capaci di portare fino a 3.800 Kg di carichi esterni. Si tratta di velivoli prodotti in Italia e in Brasile e caratterizzati da un armamento di due missili a guida a infrarossi installati sulle rampe di estremità alari. A disposizione gli AV8 B Plus, meglio conosciuti come Harrier II, uno dei quali già a disposizione sulla portaerei Garibaldi. Monoposto subsonico a decollo verticale, il velivolo è già stato utilizzato in Somalia, è in grado di agganciare obiettivi a tutte le quote e di mappare il terreno e identificare il bersaglio anche in condizioni meteorologiche complicate. Con un cannone da 25 millimetri e cinque canne rotanti, gli AV8 Plus sono utilizzati principalmente con intercettatore per la difesa aerea della flotta.
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