Tatuaggi al dna e tessuti infettivi: tra scienza e arte
Cosa succede quando un artista e uno scienziato lavorano insieme? Ve lo racconta Wired.it, all'interno dei Laboratory Life di Brighton
28 marzo 2011 di Simona CasonatoTatoo Traits
Natura morta da frullare
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Tatoo Traits
Natura morta da frullare
Tatoo Traits
Adam Zaretsky (leading artist) con Helen Bullard (artista) e Simon Hall(studente di medicina) e la pistola per tatuaggi sulla spiaggia di Brighton
Tatoo Traits
Helen Bullard (artista) e Simon Hall (studente di medicina) mentre tatuano al dna alcune alghe sulla spiaggia
Tatoo Traits
Adam Zaretsky (leading artist) si improvvisa derviscio e separa il dna a ritmo di musica sufi
Tattoo Traits
Tatuaggi sui fagioli
Tattoo Traits
Verdure tatuate al dna mutante fai da te
Tattoo Traits
Il pubblico a contatto con i residui della lavorazione del dna misto - un nuovo tipo di plastilina organica, forse?
Infective Textiles
L'abito infetto, sullo sfondo Anna Dumitriu
Infective Textiles
La mostra - appesa al muro, la centrifuga sufi
Infective Textiles
Melissa Grant (biologa) Sarah Roberts (pittrice) e Rosie Segdwick (medico) ricamano con gli antibiotici
Infective Textiles
Janine Fenton (biologa) con Anna Dumitriu (leading artist) mentre ricamano la stoffa con i fili antibiotici
The Public Misunderstanding of Science
David Louwrier (biotecnologo) Bruce Gilchrist (leading artist) e Kate Genevieve (artista) mentre lavorano al video editing. Sulle pareti le interpretazioni dei volontari
The Public Misunderstanding of Science - disegnare la biologia di sintesi
Il disegno automatico della biologia di sintesi viene filmato
The Public Misunderstanding of Science
Disegnare la biologia di sintesi
The Public Misunderstanding of Science
Disegni automatici sulla biologia di sintesi
The Public Misunderstanding of Science
Kate Genevieve (artista) e una volontaria del pubblico
The Quest for Drosophila Titanus
Schemi tecnici alle pareti
The Quest for Drosophila Titanus
Nessun microscopio. Ma niente paura, si può sempre hackerare una webcam
The Quest for Drosophila Titanus
Kuaishen Auson (artista) e Andy Gracie (leading artist) in laboratorio con le drosofile
The Quest for Drosophila Titanus
Il modulo spaziale
The Garden Shed Lab
Il laboratorio nel capanno in giardino
The Garden Shed Lab
Iincubatore cellulare DIY
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Pagina successivaCosa combinano artisti e scienziati quando si mettono – seriamente – a giocare insieme? Prendiamo Andy Gracie e i suoi aiutanti: un artista ossessionato dalle formiche, una scienziata con il pallino del fashion design e una ricercatrice in biologia. I quattro hanno passato dieci giorni in laboratorio a selezionare un ceppo di drosofile (i moscerini della frutta) adatto alla vita su Titano, una delle lune di Saturno. Alla fine, sono venuti fuori con un prototipo di modulo spaziale per mosche, tutto artigianale, ma basato sui rigorosi dati della Nasa. Hanno affrontato innumerevoli problemi, ma una soluzione – creativa – si trova sempre. Come riprodurre l’atmosfera al metano? Vodka! I vapori hanno una composizione chimica simile. E la luce arancio? Led gialli e rossi. La pressione atmosferica? Una pompa per biciclette e il gioco è fatto.
Titolo dell’opera: The Quest for Drosophila Titanus. Il luogo del misfatto: il Laboratory Life di Brighton (Uk), un evento sperimentale in cui un gruppo di venti scienziati e artisti, per una decina di giorni, ha messo in sharing le proprie conoscenze per creare una mostra collettiva.
L’idea è di Gracie, artista inglese residente in Spagna, che si è ispirato al format dei workshop Interactivos? del Medialab-Prado di Madrid. Durante il lavoro, il laboratorio è rimasto aperto al pubblico, che poteva aggirarsi liberamente, fare domande e interagire con i progetti.
Lo scopo? Provocare, discutere, fare il punto sul rapporto tra scienza, arte e società.
Adam Zaretsky, con i suoi Tatto Traits, ci è riuscito benissimo. I suoi assistenti (uno studente di medicina e altri due artisti) hanno infilato in un frullatore la versione acida di una natura morta fiamminga: mele, pesci, barbabietole, formaggio, cellule epidermiche, lievito vivo e così via. Dal mix è stato separato un dna mutante artigianale, usando una centrifuga umana (in pratica, legandosi in vita le provette e roteando come dervisci al ritmo di musica sufi), che è finito in un inchiostro per tatuaggi usato per istoriare frutta, fagioli, alghe. Vere opere artistiche ogm. Domande: tecnicamente, è davvero possibile? Chiunque ha il diritto di farlo? Il gruppo ha girato per la città inscenando un freak show biotech davanti ai passanti stupiti, che venivano invitati in diretta a discutere dei suoi risvolti etici e scientifici.
I progetti di Anna Dumitriu, Infective Textiles, e Kira O’Reilly, The Garden Shed Lab, puntavano al rapporto personale e domestico con le scienze della vita.
Nel primo caso due biologi, un medico e due artiste hanno ricamato una candida tela con fili tinti con antibiotici. Poi l’hanno trasformata in una coltura batteriologica formato gigante. Scopo dell’esperimento: vedere come la proliferazione di microrganismi colorati interagiva con gli antibiotici nel creare la decorazione. In mostra, un grazioso abito (pastorizzato per evitare rischi!) confezionato sul posto.
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