mercoledì 25 maggio 2011

e-G8: cosa dicono i big della Rete - Wired.it

e-G8: cosa dicono i big della Rete

Privacy, neutralità e contenuti a pagamento. Ecco quali posizioni sono emerse dall'incontro organizzato da Nicolas Sarkozy a Parigi

25 maggio 2011 di Silvio Gulizia

zuckerberg

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Internet va regolamentato oppure no? È la domanda ricorrente all’eG8 di Parigi, dove il primo a insistere su questa necessità è stato il commissario europeo per le nuove tecnologie, Neelie Kroes: “ In alcuni casi servono assolutamente delle regole del gioco, soprattutto per quanto riguarda i problemi mondiali, come Internet”. Per la Kroes però “ non bisogna fare le cose al posto del settore industriale, ma accompagnare il movimento e ascoltare ciò che hanno da dire”. Salvo che “ se non si assumono le proprie responsabilità, sono capace di intervenire e pronta a farlo”.

Ben diversa la posizione di  Eric Schmidt, presidente di  Google: “ La tecnologia si muoverà sempre più veloce dei governi, quindi non legiferate prima di aver capito le conseguenze dei vostri atti”.

Quello di Parigi è un evento che arriva un po’ tardi, secondo  Luca Ascani, 31enne cofondatore di Populis (che oggi ingloba Nanopublishing, Exite, Blogo e Blogosfere), uno dei tre italiani invitati a parlare: “ Internet è un elemento chiave per lo sviluppo economico. Non è più una cosa da nerd, ma una vera economia, che tira più del settore agricolo ed energetico”.

Secondo i dati diffusi da McKinsey all’e-G8 il Web rappresenta il 3,4% del Pil in 13 Paesi (quelli del G8 più Brasile, Cina, India, Corea del Sud,Svezia) in cui ha contribuito al 10% della crescita negli ultimi cinque anni: “ In Italia però siamo rimasti indietro - ha detto Ascani -  Bisogna investire in infrastrutture, ma servono anche sgravi fiscali, e una maggiore interazione tra le università e i centri di ricerca”.

Il presidente di  Telecom Franco Bernabè ha affrontato invece il problema della trasformazione digitale: “ Penso che non si possa mantenere questa situazione di asimmetria, dove gli operatori tradizionali delle TLC hanno regole e vincoli e invece ci sono operatori che entrano sul terreno senza alcun tipo di regolamentazione”.

Quale sarà il futuro del Web? Per  Mark Zuckerberg, che ha negato progetti per un vero Facebook Phone, non ci sono dubbi: “ il social gaming”. Zuckerberg è poi tornato sull’uso del Web in mobilità, sottolineando come Facebook abbia già 300 milioni di utenti mobili, che pure usano più la versione Web del sito che le varie app. Per quanto riguarda invece l’accesso alla piattaforma da parte degli under 13, il fondatore di Facebook ha detto che non è una priorità e che se mai si farà bisognerà lavorare sodo prima di consentire una cosa simile. 
 
Se il futuro del web è sempre più mobile, è anche vero che è sempre più commercio. Non a caso, Andrew Mason, fondatore di Groupon, dopo aver detto che vuole “ sbloccare tutte le città del mondo” (attualmente GroupOn è presente in circa 500) ha glissato sulla domanda di un presunto accordo commerciale con Foursquare.
 
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