sabato 28 maggio 2011

Le rocce della Luna sono umide - Wired.it

Le rocce della Luna sono umide

Una quantità d'acqua 100 volte superiore a quanta ci si aspettasse, analizzando campioni di magma intrappolati in cristalli vulcanici. Addirittura, sotto la superficie lunare sembra scorrere tanta acqua quanto quella che si trova sotto la superficie terrestre

27 maggio 2011 di Martina Saporiti

La luna vista (con quale interferenza) dalla Stazione Spaziale Internazionale

 

  • La luna vista (con quale interferenza) dalla Stazione Spaziale Internazionale

    La luna vista (con quale interferenza) dalla Stazione Spaziale Internazionale

Che ci fosse acqua sulla Luna, ormai lo si era capito. Ma oggi è arrivata un'ulteriore conferma, con una scoperta che va oltre ogni aspettativa: le rocce lunari contengono una quantità d’acqua 100 volte superiore a quella precedentemente rilevata, tanta quanto quella che scorre nel mantello della Terra, lo strato di rocce fuse che si trova immediatamente al di sotto della crosta terrestre. Una buona notizia per gli astronauti (perché dove c’ è acqua, c’è vita; e quindi si fa sempre più concreta la possibilità di costruire basi lunari), ma un rompicapo per gli scienziati, perché la scoperta mette in crisi la teoria che spiega l’origine di questo satellite terrestre.

La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Science, arriva dopo anni e anni di ricerche. Negli anni ’60 e ’70, le missioni dell’ Apollo 15 e 17 riportarono sulla Terra numerosi campioni di rocce, tra cui cristalli vulcanici formatisi in seguito alle eruzioni di vulcani lunari avvenute circa 3 miliardi di anni fa. Analizzandoli, un gruppo di ricerca coordinato da Alberto Saal della Brown University, negli Usa, scoprì che contenevano piccole quantità di acqua (circa 50 parti per milione). I risultati dello studio furono pubblicati nel 2008 su Nature, ma non destarono meraviglia nella comunità scientifica che rimase invece piuttosto scettica. Quasi a prendersi una rivincita con chi si era mostrato sospettoso, i ricercatori (praticamente gli stessi eccetto qualche nuovo acquisto) hanno ripetuto le analisi su altri campioni, scoprendo che non solo avevano ragione, ma avevano sottostimato la portata della loro precedente scoperta.

Questa volta, infatti, nei cristalli vulcanici è stata trovata una quantità d’acqua tra le 615 e le 1410 parti per milione, praticamente equivalente a quella che si riscontra nel mantello della Terra (tra le 500 e le 1000 parti per milioni).

Ma cosa è cambiato rispetto al 2008? Il tipo di cristalli analizzati. Nel 2008, infatti, i campioni esaminati provenivano dalle cosiddette “ fontane di fuoco” dei vulcani in eruzione, dove le elevate temperature avrebbero fatto evaporare quasi tutta l’acqua in essi racchiusa. Questa volta, invece, i ricercatori si sono concentrati solo su quei cristalli con all’interno dei puntini neri, cioè inclusioni di magma. Li hanno trovati nei campioni del “ suolo arancione” (ricco di titanio) portati in regalo dall’Apollo 17. “ Dal momento che questo magma è intrappolato all’interno del cristallo - ha spiegato alla Bbc  Erik Hauri della Carnegie Institution of Washington, uno dei ricercatori coinvolti nello studio - l’acqua contenuta al suo interno non è evaporata, rivelandoci il suo originario contenuto”.

Un contenuto estremamente abbondante che rischia di mettere in crisi la teoria sull’origine della Luna. A riguardo, infatti, l’ipotesi più accreditata riporta dell’ impatto di un oggetto grande quanto Marte sulla superficie di una Terra in formazione.

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