Wi-Fi di nuovo a rischio?
Chiuso il capitolo Pisanu, si apre una nuova questione legata alla diffusione della Internet senza fili in Italia
15 aprile 2011 di Martina PennisiWi-Fi di nuovo a rischio
Wi-Fi di nuovo a rischio
Pagina successivaLa giornata di oggi è, o meglio si rivelerà, cruciale: si è chiusa la consultazione pubblica del dipartimento per le Comunicazioni del ministero dello Sviluppo Economico sulla bozza Decreto ministeriale Regolamento di attuazione dell’articolo 2, comma 2, del Decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 198. La normativa in questione fa riferimento alle regole alle quali devono sottostare tutti i soggetti, pubblici o privati che siano, che installano apparati di Rete, Wi-Fi compreso. Nel testo sottoposto alla consultazione si legge che "i lavori di installazione, di allacciamento e di collaudo delle apparecchiature terminali […] finalizzati alla realizzazione di un impianto interno di comunicazione elettronica, nonché i lavori di manutenzione o di trasformazione, sono eseguiti dalle imprese titolari di autorizzazione generale per l'installazione e la fornitura di reti pubbliche di comunicazione elettronica".
In parole povere, chiunque voglia mettere in piedi una struttura per l'erogazione di servizi di telecomunicazioni deve ricevere un'autorizzazione - leggi: iscriversi a un albo - e chi vuole usufruire di un'architettura di questo genere deve rivolgersi unicamente ai soggetti autorizzati. Ne consegue che attività che fino a oggi si sono svolte senza particolari intoppi burocratici potrebbero dover seguire un iter ben più complicato. Pena il pagamento di multe, sia per chi installa senza autorizzazione sia per chi usufruisce della soluzione, che arrivano fino a 150 mila euro. Risultano esclusi, secondo quanto si legge nell'articolo 10, gli impianti con "una capacità non superiore a dieci punti di utilizzo finale", precisazione che scritta così può coinvolgere anche i router Wi-Fi domestici. I router che, per capirci, acquistiamo in un negozio invece di utilizzare quelli spediti dall'Internet service provider che eroga la linea.
Essendo in realtà necessaria l'installazione degli apparecchi del Fastweb e del Telecom di turno, fa notare a Wired.it Mauro Lattuada, presidente dei Green Geek - associazione no profit che sta portando con Wired il Wi-Fi in 150 piazze, " le limitazioni potrebbero intaccare i provider stessi che non possono mandare gli apparati senza la squadra di tecnici autorizzati a installarli". Per montare la propria Adsl saremmo dunque costretti a chiedere (e pagare) l'intervento tecnico. Uno scenario abbastanza assurdo. Dello stesso avviso l'amministratore delegato e di Futur3, altra realtà attiva nella diffusione delle connessioni senza fili pubbliche, Massimiliano Mazzarella: " E' anacronistico pensare che oggi sia necessario avere certificazioni particolari per collegare apparati di networking a reti dati di qualsiasi natura, soprattutto se questi sono semplici router Wi-Fi".
" Questa norma", ci ha infatti spiegato l'avvocato specializzato in materia Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito, "esisteva già in una forma diversa dal 1992 e faceva riferimento agli apparati di telecomunicazioni a uso pubblico.
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