L'arte nascosta nei chip
Si chiama silicon art e crea meraviglie così piccole che per essere viste devono essere ingrandite dalle 200 alle 500 volte
21 aprile 2011 di Alessio LanaHagar
(Photo Credits: Chipworks)
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Milhouse
(Photo Credits: Chipworks)
La firma di Federico Faggin
Hagar
(Photo Credits: Chipworks)
Moose Boy
(Photo Credits: Chipworks)
Shark
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Windmill
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Calimero
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Dilbert
(Photo Credits: Chipworks)
Sonic
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Tron
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Dov'è Wally?
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Robot
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Anche in un lavoro ingegneristico, serio e di alta precisione come la creazione di chip talvolta si nasconde un genio creativo che gioca tiri mancini. Uno dei primi esempi viene dal nostro Federico Faggin, il papà del microchip, che ne firmò uno con le sue iniziali.
Dopotutto, se c'è uno spazio vuoto, perché non riempirlo con la creatività? Così nei nostri device si nascondono opere d'arte inserite direttamente nei chip con la tecnica della fotolitografia, la stessa usata per stampare i circuiti .
Da quelle prime iniziali la silicon art si è evoluta regalando vere opere d'arte miniaturizzate. Come nel campo dell'arte tradizionale, questi piccoli capolavori si muovono tra il serio e il faceto, tra la denuncia e la beffa.
L'azienda americana Chipworks analizzando al microscopio migliaia di circuiti ha scoperto delle vere perle. Nella gallery vedremo alcune di queste piccole meraviglie, così piccole da essere state ingrandite dalle 200 alle 500 volte.
SiliconArt
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