La mappa 2.0 del cambiamento climatico
La chiamano citizen science: da oggi dentro Google Earth ciascuno di noi può essere l'antenna di una mappatura globale dei mutamenti atmosferici
21 aprile 2011 di Emanuele PeruginiIceland
Iceland
Creare un legame tra le attività svolte sul locale e il cambiamento climatico globale a portata di click su Google Earth. Il Cnr Ibimet ha sviluppato un applicativo didattico chiamato Clima-Scopio, per visualizzare in modo immediato alcuni segnali globali del cambiamento climatico e creare un ambiente collaborativo geografico in cui gli utenti possono partecipare in un’ottica Web 2.0.
È così possibile vedere in un solo colpo d’occhio anomalie nelle temperature (per esempio l’aumento generato dagli incendi a Mosca nell’agosto 2010) oppure eventi straordinari causati dai cambiamenti climatici (come l’alluvione in Liguria).
Il sistema, nato nell’ambito del progetto Life Races in collaborazione con il comune di Firenze e l’Unione Europea, inoltre permette a chiunque di aggiungere informazioni e dati. Ognuno ha cosi la possibilità di osservare e raccontare il cambiamento legato alle vicende climatiche che avvengono nel proprio territorio (come una fioritura precoce) e arricchire la comprensione dei fenomeni ambientali complessi. Si tratta del primo tentativo in assoluto di realizzare uno strumento simile su Google Earth.
Il progetto è stato realizzato in stretta collaborazione con i climatologi. L’Istituto di Biometeorologia del Cnr ha realizzato un’analisi dell’andamento climatico degli ultimi 10 anni nelle 5 città coinvolte che evidenzia segnali di un cambiamento in atto. Spiega il climatologo dell’Ibimet Massimiliano Pasqui: “ Da molti anni ormai è stato evidenziato il cambiamento della variabilità climatica nel bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, nel nostro Paese. Inverni sempre più siccitosi e caldi insieme a estati precoci e caratterizzate da temperature minime più alte rispetto a periodi di riferimento precedenti sono tra i segnali maggiormente osservati. In questo quadro di variabilità climatica l’inverno 2009-2010 è stato un inverno più freddo rispetto ai precedenti 10 anni e nell’analizzare i dati di consumo si è tenuto conto pertanto della maggiore esigenza di riscaldamento”.
Secondo Valentina Grasso, responsabile scientifica del progetto Races: “ Uno dei grandi limiti per la corretta comprensione del cambiamento climatico è legato alla dimensione globale del fenomeno, molto difficile da percepire e dalla confusione tra clima e tempo meteorologico. Questa ambiguità è peraltro ancor più marcata nelle generazioni più giovani che non hanno un bagaglio di esperienze passate a cui ricorrere per fare confronti, come invece tendono a fare gli adulti. In questo contesto ambiguo e impreciso, basta un inverno freddo per indurre tutti a sconfessare le teorie sul riscaldamento globale. Ma la dimensione del 'qui e ora' non è la dimensione idonea quando si parla di cambiamento del clima.
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