Biopeople: essere biotecnologi oggi
Continuano le interviste di Prometeus per capire cosa pensano i protagonisti delle biotecnologie in Italia sul lancio e sulle potenzialità di Biotechjob 2.0. Abbiamo posto alcune domande in proposito a Fabio Fracchetti, una laurea in Biotecnologie Agro-Industriali, Dottore di Ricerca in Biotecnologie Applicate con un Master in Diritto delle Biotecnologie e attualmente titolare di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università di Verona.Dott. Fracchetti, crede che sia facile oggi per un neo-laureato entrare in contatto con le varie realtà biotech che il nostro paese è in grado di offrire?
Oggi più che mai sono disponibili strumenti informatici potenti e servizi pubblici o privati che possono aiutare la ricerca da parte di un neo-laureato delle diverse realtà biotech (imprese, Università, fondazioni...) e, viceversa, la ricerca da parte dei principali attori nel mondo delle biotecnologie di un neo-laureato con le caratteristiche d'interesse. Un esempio è rappresentato da database quali Almalaurea o altri database privati, l'iscrizione ad agenzie di collocamento pubbliche o private, l'iscrizione ai database degli uffici stage delle Università. Tuttavia tutti questi strumenti funzionano solamente ad una condizione: chi cerca una figura con un profilo sovrapponibile a quello di un biotecnologo, per poterlo cercare tra i neo-laureati in biotecnologie deve conoscere dell'esistenza delle biotecnologie e deve soprattutto essere consapevole delle potenzialità che possiede un biotecnologo. Purtroppo, un qualsiasi database di quelli citati in precedenza solitamente non è in grado di orientare la ricerca verso le competenze e le potenzialità possedute da un biotecnologo e le parole chiave usate per la ricerca rischiano di escludere o non mettere in evidenza i neo-laureati in biotecnologie. D'altra parte, anche chi non cerca, ma riceve un curriculum di un neo-laureato in biotecnologie, spesso è poco consapevole delle competenze e delle potenzialità che stanno dietro il curriculum e sottovaluta i vantaggi che potrebbe trarre dall'assumerlo.
In sintesi, entrare in contatto con le diverse realtà del mondo delle biotecnologie è relativamente facile, grazie ai numerosi strumenti che consentono di far incontrare la domanda e l'offerta di lavoro, ma non sempre la figura di un neo-laureato in biotecnologie è compresa fino in fondo.Nella sua esperienza personale, crede che in Italia il mondo accademico e quello aziendale siano due entità separate? Crede che il nuovo portale BiotechJob 2.0. possa diventare uno strumento valido per avvicinare questi due mondi?
Per la mia esperienza personale, nel settore delle biotecnologie alimentari ed industriali, le imprese italiane, soprattutto le piccole imprese, cercano nel mondo accademico un supporto per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, commissionando ricerche applicate per la risoluzione di problemi specifici. Quindi il mondo accademico e quello aziendale sono sicuramente in grado di dialogare e da questo dialogo possono trarre reciproci vantaggi.
Il nuovo portale BiotechJob 2.0 ha le premesse per far combaciare in modo più consapevole la domanda e l'offerta di lavoro nel settore delle biotecnologie, superando i limiti di altri tipi di strumenti, visti in precedenza: chi cercherà la figura professionale di un biotecnologo su BiotechJob 2.0, prima di tutto potrà comprendere quali sono le competenze e le potenzialità di un biotecnologo.BioPeople si propone di creare una rete di networking fra tutti coloro che si occupano di biotecnologie in Italia. Cosa ne pensa in proposito?
Mi sembra un tentativo lodevole. Far circolare le informazioni e creare connessioni tra tutti coloro che si occupano di biotecnologie in Italia potrà aumentare tra i biotecnologi il livello di consapevolezza delle proprie potenzialità e contemporaneamente, verso l'esterno, potrà dare un'identità di "biotecnologo"più definita.
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