venerdì 13 maggio 2011

CIBERNIX - Frustrazione ciibernetica

H O T E L C Y B E R N E T I C

Post n°212 pubblicato il 14 Maggio 2011 da BROWSERIK

Yotel è una catena di alberghi concepiti per chi è sempre in viaggio e ha giusto il tempo per farsi una doccia e schiacciare qualche ora di sonno prima di ripartire con il prossimo volo. L’idea è quella di avere nei pressi degli aeroporti e delle stazioni ferroviarie dei luoghi di sosta mordi e fuggi.

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Già presenti a Londra (Heathrow e Gatwick) e ad Amsterdam (Schiphol), gli Yotel si ispirano agli alberghi ad alveare giapponesi, dove le stanze sono dei futuristici e razionalissimi (e comodi?) loculi pensati per risparmiare quanto più spazio possibile; le camere degli Yotel non sono così anguste, ma comunque piccole e prive di finestre. Ma la vera novità della catena sta per nascere a New York (a giugno), questa volta non in aeroporto, ma ad appena due isolati da Times Square, nel cuore della Grande Mela. E gli spazi sembrano essere molto più confortevoli degli altri hotel: le camere tradizionali e quelli di lusso vanno da 15 a 30 metri quadri, caratterizzate da un design e un arredamento che sembrano presi dalla scenografia di 2001 Odissea nello spazio.

Sono tutte provviste di Wi-Fi e workstation, doccia monsonica e un Technowall con tv e impianto Hi-Fi. L’albergo funziona anche da luogo per rilassarsi e svagarsi, con il suo enorme terrazzo, da più di 300 metri quadrati, il bar, il ristorante in stile giapponese che ricorda il ring dei combattimenti di Sumo (dohyo), e la grande sala polifunzionale, dove fare yoga, feste, meeting. Fino a qui, verrebbe da pensare, niente di particolarmente originale.

Ciò che rende speciale lo Yotel di New York è che si tratta di un hotel robotizzato: appena entrati nella hall non c’è bisogno di suonare il campanello per farsi registrare dal concierge, ma si fa tutto da soli. Grazie a sportelli che sanno tanto di bancomat, in stile chek-in aeroportuale, ci si registra autonomamente a qualsiasi ora del giorno e della notte, sette giorni su sette, l’ideale per chi vuol mantenere un certo livello di riservatezza, magari per nascondere una piccante relazione, un po’ sullo stile dei love hotel giapponesi. Il vero salto nel futuro è dato dal cosiddetto Yobot, un robot a forma di braccio meccanico che acchiappa il vostro bagaglio e ve lo sistema in camera. Un po’ impersonale, ma almeno si risparmia sulle mance.

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