Facebook, perdita di dati da milioni di profili
Informazioni, foto e messaggi a disposizione di terzi. La causa in una falla nel sistema di protezione che riguarda le applicazioni. La denuncia di Symantec
11 maggio 2011 di Giovanna Dall'OngaroFacebook, perdita di dati da milioni di profili
Facebook, perdita di dati da milioni di profili
Facebook nuovamente sotto accusa. Non è passato neanche un anno da quando il Wall Street Journal aveva rimproverato il social network per la disinvoltura con cui trattava le informazioni personali dei suoi iscritti, che la società di sicurezza informatica Symantec scopre nuove fughe di dati. E le denuncia sul suo blog ufficiale.
Milioni di profili, fotografie, chat, sarebbero stati accessibili negli ultimi anni, secondo il rapporto Symantec, a soggetti terzi tra cui agenzie di pubblicità, che avrebbero avuto anche l’opportunità di postare messaggi.
Colpa delle applicazioni colabrodo utilizzate senza le dovute cautele dalla piattaforma di Mark Zuckerberg che vanta oltre 500 milioni di utenti, sostiene Nishant Doshi, il ricercatore di Symantec che ha firmato il J’accuse: “ Si stima che ad aprile 2011 erano circa 100mila le applicazioni che provocavano questa perdita di dati. Negli anni, centinaia di migliaia di applicazioni potrebbero avere inavvertitamente permesso milioni di accessi a soggetti terzi”.
L’entità del danno è però ancora da valutare. Non si sa infatti in quanti abbiano approfittato di questo regalo inaspettato e nelle mani di chi siano finite quelle chiavi che le applicazioni Facebook usano per eseguire determinate azioni per conto dell’utente.
Forse molti hanno ignorato la possibilità di accedere al prezioso tesoro di informazioni. Oppure, come afferma il portavoce di Facebook Malorie Lucich, si sono virtuosamente attenuti agli obblighi contrattuali che gli impediscono di utilizzare e diffondere le informazioni degli utenti del network.
Facebook, comunque, sostiene di avere già rimosso le Api (Application Programming Interface) incriminate. La falla è chiusa, assicura la portavoce. C’è da fidarsi? Gli scettici, suggerisce il ricercatore di Symantec, farebbero meglio a cambiare le password di accesso.
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