martedì 17 maggio 2011

Bing apre a Facebook: la ricerca si fa social - Wired.it

Bing apre a Facebook: la ricerca si fa social

Per surclassare Google, il motore di ricerca della Microsoft dialogherà con il social network. Per vedere quali risultati sono consigliati dagli amici

17 maggio 2011 di Martina Saporiti

bing facebook

 

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With a little help from my friends”, cantavano i Beatles. E un piccolo aiuto dagli amici è proprio quello che Bing, il motore di ricerca targato Microsoft, che vuole competere con il gigante Google (e sta sferrando colpi a raffica, con l' acquisto di Skype e la voce sul comprare Nokia), ha chiesto a Facebook per migliorare (o meglio personalizzare) la ricerca dei suoi utenti. Una richiesta a cui Zuckerberg & Co. non si sono opposti, dal momento che la Microsoft possiede una quota delle azioni del social network. Da oggi, infatti, chiunque possieda un account Bing e Facebook può metterli “ in comunicazione”, in modo da organizzare la propria ricerca secondo le preferenze della propria cerchia di amici.

Ma veniamo a esempi più concreti. Se un utente cerca una parola su Bing, mettiamo “ ristorante”, appariranno come sempre migliaia di risultati. Per facilitargli la navigazione (e la scelta), saranno privilegiati i risultati già “ testati” dai suoi amici di Facebook, cioè i ristoranti che gli amici hanno provato e su cui hanno espresso un giudizio. Una sorta di “ trusted result”, come la definiscono alla Microsoft. Dal momento che per ogni amico ci sarà una foto, se qualcuno volesse mandargli un messaggio su Facebook basterà cliccare sull’icona. Un’ intercomunicazione a tutti gli effetti. Lo stesso accade se l’utente cerca direttamente una pagina web. Appariranno le singole pagine ordinate secondo la storia di ricerca degli amici, il cosiddetto “ collective IQ”. E se non si ha un profilo su Facebook? Non importa, perché appariranno comunque le preferenze della comunità, sempre che interessi a qualcuno.

Le altre novità, per ora disponibili solo agli utenti americani, sono una nuova barra di navigazione con un bottone “ like” universale, che permetterà agli utenti di esprimere un “ mi piace” direttamente dal motore di ricerca, senza andare a cercarlo sulla pagina web. O ancora, chiunque cerchi informazioni su una città potrà scoprire chi (amici, amici degli amici e via dicendo) ci abita. Ma qual è lo scopo di tutto questo? Realizzare una ricerca estremamente personalizzata, con cui Google, che non ha accesso alle informazioni personali degli utenti, non può competere. E forse non ci riuscirà a breve, viste le continue scaramucce tra i due giganti della Silicon valley sulla questione della trasparenza dei dati personali. Certo è che ci vuole provare con il progetto " +1".

Google non ha accesso a questo tipo di dati”, ha detto a Wired.com il direttore di Bing, Stefan Weitz. Che oggi deve affrontare una sfida, se vuole strappare a Google parte di quel 65-70% di utenti che il colosso si è guadagnato negli anni diventando il primo motore di ricerca nel mercato americano. Semplicemente, deve pubblicizzare la nuova “ unione” al pubblico. Perché, per approfittare di questa ricerca collettiva, bisogna dare il permesso a Bing di accedere ai propri dati Facebook. E sino ad ora (perché in effetti l’esperimento è partito a ottobre, seppur in forma ridotta), solo il 20% degli utenti l’ha fatto. Ma la domanda, a questo punto, è semplice: siamo sicuri che l’idea di Bing sia vincente? Non è forse meglio rimettere al proprio giudizio (e non a quello di un’intera comunità, anche se di amici) le nostre scelte? Staremo a vedere.

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