venerdì 20 maggio 2011

Brevetti, il tag diventa di Facebook - Wired.it

Brevetti, il tag diventa di Facebook

Mark Zuckerberg ce l'ha fatta: l'attività di tagging sarà coperta dalla proprietà intellettuale. Ecco una selezione dei copyright hitech più interessanti

20 maggio 2011 di Martina Pennisi

Tag

Mark Zuckberg ha messo sotto chiave l'azione che ha reso celebre, anche nel linguaggio di tutti i giorni, Facebook: l'attività di tagging (Credit: Ambuj Saxena @flickr)

 

  • tag

    Tag

    Mark Zuckberg ha messo sotto chiave l'azione che ha reso celebre, anche nel linguaggio di tutti i giorni, Facebook: l'attività di tagging (Credit: Ambuj Saxena @flickr)

  • Facebook

    Face

    L'inventore di Facebook vuole spingersi oltre e mettere le mani sulla parola Face. Se dovesse riuscirci sarebbero dolori per tutti

  • App Store

    App Store

    Apple, fra l'ira dei concorrenti, ha fatto suo il termine App Store, blindando la definizione 'negozio di applicazioni'

  • mouse

    One-click

    Amazon si è voluta tenere stretta una delle caratteristiche più care ai portali di e-commerce: l'acquisto one-click (Credit per la foto: JLP/Deimos/Corbis)

  • tastiera

    PageUp e Page Down

    Microsoft ha brevettato i tasti che permettono di salire e scendere da una pagina (Credits: TAKESHI KANZAKI/amanaimages/Corbis)

  • John Lennon doodle Google

    Doodle

    I Doodle, o meglio il concetto che sta dietro gli stessi, sono diventati dopo mesi di insistenze una proprietà esclusiva di Google

  • Julian Assange

    Julian Assange

     Il fondatore di WikiLeaks ha ritenuto di dover mettere sottochiave la sua immagine (Credits: CARL DE SOUZA Afp)

  • Motorola

    Motorola

    Il gruppo statunitense ha depositato un brevetto che in futuro potrebbe permettere di visualizzare un solo contenuto sfruttando gli schermi di più dispositivi

  • Htc

    Htc

    La casa taiwanese ha tolto la cerniera dei pantaloni e l'ha applicata a uno smartphone, trasformandolo in una sorta di portafoglio

  • Nokia

    Nokia

    Il cellulare flessibile e plasmabile di Nokia è il concept successivo a Morph, primo gingillo realizzato con la nanotecnologia e in grado di assumere diverse forme

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Chi ha un po' di tempo libero può anche andarsi a divertire su Google Patents, Espacenet o Freepatentsonline: il paese dei balocchi per chi ha pallino dei brevetti. Invenzioni, spunti, idee o semplici escamotage per fare soldi. Gli esempi sono svariati e innumerevoli: dal broccolo anticangeroceno allo smartphone multischermo, passando per il faccione di Julian Assagne. L'ultima pensata in ordine di tempo è griffata Mark Zuckerberg ed è relativa alla registrazione dell'attività di tagging. La richiesta del giovane genitore di Facebook risale in realtà a cinque anni fa, ma l'ufficio dei brevetti statunitense ha chiuso positivamente la pratica solo martedì scorso. Segnalare la presenza di amici e conoscenti all'interno di fotografie e video diventa dunque un'attività di proprietà di Zuckeberg e, non essendo la registrazione limitata all'area dei social media, le potenzialità in termini di marketing sono ampie.

Brevettare un termine coincide infatti con la volontà di identificare e rendere unica la propria attività e tagliare fuori i concorrenti, a meno che non siano disposti a pagare profumatamente l'utilizzo della parola in questione. Questo è il motivo per cui Apple si è intestardita tanto per ottenere l'esclusività del termine App Store e per cui, sempre il solito Zuckerberg, si è persino messo in testa di registrare la parola Face. E che dire di Amazon che dopo anni di battaglie legali è riuscito ad accaparrarsi i diritti quasi esclusivi del sistema one-click, quello mediante il quale l'utente più inserire l'oggetto acquistato nel carrello della spesa virtuale con un solo click. Microsoft, tutt'ora impegnata in una battaglia contro Cupertino per la questione App Store, ha messo le mani su un'azione che tutti facciamo quotidianamente: scorrere su e giù all'interno di una pagina con i tasti, e qui scatta il brevetto, PageUp e PageDown. Google non è da meno, ritenendo che il cambiamento del logo per indirizzare l'utente a un sito è una sua idea. Per mettere sottochiave i Doodle, BigG ha impiegato dieci anni.  Julian Assange, da parte sua, ha reagito all' uso indiscriminato del suo nome per descrivere realtà analoghe alla da lui fondata WikiLeaks e, allo stesso, tempo, animate da intenti opposti, come OpenLeaks.

Motorola, Htc e Nokia, mentre sono impegnate nella nota battaglia a colpi di quote di mercato, hanno depositato progetti legati al possibile futuro della telefonia mobile. Il gruppo statunitense punta sulla possibilità per più dispositivi di condividere gli schermi, la casa taiwanese immagina uno smartphone apribile e chiudibile con una cerniera e il produttore finlandese sta lavorando a un' interfaccia flessibile che, in base alla forma che si dà all'oggetto in questione, risponde all'esigenza dell'utente. Se cerco un bar, ad esempio, devo limitarmi a trasformare il mio telefonino in un bicchiere

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