giovedì 19 maggio 2011

Interazioni uomo-computer Il futuro visto da Vancouver - Repubblica.it

Interazioni uomo-computer
Il futuro visto da Vancouver

Ottocento progetti per immaginare il nostro rapporto con la tecnologia che verrà. Dagli schermi ultra-touch ai dispositivi per facilitare la comunicazione medico-paziente. Una carrellata sui prototipi più innovativi presentati da università e aziende di GIULIA BELARDELLI

Una cornice magica che promette di trasformare il modo di relazionarsi a un touchscreen, un apparecchio per raggi X virtuali, una console grande quanto una parete e programmi pensati per rendere ancora più smart i cellulari di ultima generazione. A volerli guardare tutti assieme, i progetti e i prototipi presentati nei giorni scorsi alla Conferenza sulle Interazioni Uomo-Computer di Vancouver somigliano a qualcosa di molto simile a un manuale delle istruzioni per il futuro. Al fianco del PaperPhone 1 presentato dalla Queens University, infatti, sono moltissimi i gadget che vorrebbero far diventare sempre più naturale il nostro modo di rapportarci con la tecnologia di tutti i giorni. Alla conferenza hanno partecipato non solo i più prestigiosi atenei di tutto il mondo, ma anche colossi del calibro di Microsoft, Google, Ibm e Nokia. A rappresentanza dello Stivale, invece, hanno varcato l'oceano i ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia, del Politecnico di Milano e delle Università di Padova e Genova. Nel corso della quattro-giorni canadese sono state illustrate oltre ottocento ricerche, dai social network alla medicina, dalla telefonia al mondo giochi. Eccone un piccolo assaggio.

IMMAGINI I progetti 2

Tra

schermi appiccicosi e cornici touch. Divenuto oramai lo strumento prediletto per interagire con smartphone, tablet e pc, il touchscreen non poteva certo mancare. Due prototipi in particolare hanno attirato l'attenzione dei partecipanti: lo ZeroTouch e lo schermo che cambia consistenza. Come annunciato fin dal nome, lo ZeroTouch svolge le stesse funzioni del touchscreen senza che vi sia nulla da toccare. In pratica, si tratta di una cornice formata da centinaia di Led e sensori infrarossi in grado di tradurre i movimenti in comandi per il computer. Secondo i suoi ideatori (un gruppo di studenti della Texas A&M University), la cornice ha diversi vantaggi: da un lato può essere posizionata su un qualsiasi monitor, così da trasformarlo in un classico touchscreen; dall'altro, può essere poggiata semplicemente su un tavolo o addirittura appesa al centro di una stanza 3 per venire utilizzata a mo' di tela da dipingere.

Il secondo touchscreen presentato, invece, ha come obiettivo la resa di una sensazione tattile dello schermo più completa. Progettato dagli studiosi della University of British Columbia e della Northwestern, il prototipo è in grado di cambiare di consistenza  -  passando da scivoloso ad appiccicoso  -  a seconda di ciò che sta accadendo sul monitor. Così, ad esempio, quando si spostano dei file lo schermo è scivoloso, mentre non appena ci si sofferma sulla cartella di destinazione l'apparecchio cambia di frizione, creando più attrito. A differenza di tecnologie simili implementate su alcuni smartphone (come il prototipo Nokia N900 4), questo display è in grado di modificare il suo attrito sfruttando un sottile strato di aria posizionato sullo schermo, la cui frizione è regolata attraverso delle impercettibili vibrazioni. "Grazie a questo strumento, è possibile portare le interfacce a un nuovo livello di realtà", ha spiegato Vincent Levesque, ricercatore pressa la University of British Columbia. L'obiettivo finale è sempre lo stesso: "fare in modo che l'utente abbia un legame più profondo con quanto avviene sullo schermo".

Microsoft, tra console e medicina. Con oltre quaranta ricerche, l'azienda di Redmond è stata una delle protagoniste della conferenza, toccando un po' tutti i campi dell'interazione uomo-macchina. Tra gli studi più curiosi c'è sicuramente quello condotto dal gruppo di Gabe Cohn 5 per la "trasformazione di ogni casa in una mega console in stile Kinect". Il principio su cui si sono basati i ricercatori è la possibilità di utilizzare ogni parete un enorme sensore sfruttando il fatto che inconsapevolmente ogni volta che tocchiamo un muro perturbiamo il campo elettromagnetico generato dai fili della corrente elettrica. Basta quindi un semplice rilevatore da portare addosso e il gioco è fatto. Gli studiosi sono riusciti a identificare correttamente un punto toccato su di una parete con un'accuratezza dell'87%. Secondo Microsoft, questa tecnologia potrebbe consentire di controllare pressoché ogni apparecchio di casa, dal termostato all'impianto sonoro, con dei semplici tocchi al muro.

Un'altra delle trovate più applaudite è stata AnatOnMe 6, un piccolo apparecchio concepito per rendere più semplice ed efficace la comunicazione tra medico e paziente. Formato da una videocamera, un miniproiettore e un rilevatore a infrarossi, il device consente di creare dei raggi X virtuali, proiettando su una parete o addirittura sul corpo stesso del paziente i tessuti che si trovano sotto la superficie cutanea. In questo modo - garantiscono i ricercatori e i dottori che l'hanno avuto in prova  -  comunicare con il paziente diventa molto più immediato poiché è possibile mostrare le parti anatomiche in discussione.

Dal cellulare ultra sottile a Google. Nel mondo della telefonia, invece, a farla da padroni sono stati soprattutto il PaperPhone e le ricerche di Mountain View per facilitare la comunicazione utente-dispositivo. Il sottilissimo e pieghevole cellulare presentato dallo Human Media Lab della Queens University ha molte delle potenzialità degli smartphone attuali: oltre a telefonare, infatti, permette di ascoltare la musica 7 e leggere libri digitali. Il tutto, però, è racchiuso in due strati sottili come fogli di carta, un display e-ink e un circuito flessibile. In questo modo, basta piegare lo schermo per trasmettere i comandi e muoversi nel menù del cellulare. "Siamo di fronte al futuro", ha dichiarato entusiasta Roel Vertegaal, direttore dello Human Media Lab. "In soli cinque anni tutta la tecnologia somiglierà a quella del PaperPhone".

Google, dal canto suo, ha messo in mostra diverse ricerche volte a far meritare sempre di più l'aggettivo "smart" ai telefonini che verranno. Guardandole a volo d'uccello, è chiaro come il colosso della piattaforma Android stia cercando modalità per semplificare la comunicazione utente-smartphone e apparecchio-smartphone. Da un lato, infatti, tre diversi studi si sono soffermati sulla possibilità di usare gesti specifici per interagire con il telefonino, facendo sì che piccoli movimenti vengano tradotti in segnali per il cellulare (ad esempio, il gesto di avvicinare lo smartphone al viso potrebbe essere tradotto in uno zoom sulla schermata). Sull'altro fronte, invece, lo strumento Deep Shot 8 promette di trasmettere dati da un computer allo smartphone solamente grazie alla fotocamera. Partendo da uno screenshot, il software deduce su cosa si stava lavorando al pc e ricrea la stessa interfaccia sul cellulare. Tra smartphone super intelligenti, pareti trasformate in console e schermi da attraversare, una cosa è certa: il nostro modo di interagire con l'elettronica sarà al tempo stesso sempre più naturale e complesso.
 

(17 maggio 2011)

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