Ecco come salvare il cinema
Dal tramonto del dvd al video on demand, fino alle proteste di James Cameron e Peter Jackson, che difendono le sale, qualche idea per dare una mano all'arte cinematografica in chiusura del Festival di Cannes
20 maggio 2011 di Aldo Fresiacinema
cinema
Pagina successivaNel weekend si chiude una delle più importanti manifestazioni del mondo, il Festival di Cannes, ma il cinema è in crisi, eppure non manca certo chi vorrebbe salvarlo. Il problema è come fare. Negli Stati Uniti il dibattito è aperto e si contano anche prese di posizione piuttosto dure. Cerchiamo allora di fare il punto della situazione.
L'home entertainment non sta benissimo
È un dato ormai acquisito che il grosso degli incassi di un film non arriva dalle sale cinematografiche ma dall'intrattenimento domestico, che però sta registrando un calo sensibile: secondo uno studio dell' Economist, la flessione è pari al 22% rispetto al picco storico del settore. E siccome il calo colpisce soprattutto i film di medio budget e di alta qualità (quelli che di solito fanno scorpacciate di premi), ecco che gli studios si stanno concentrando su produzioni milionarie dall'alto contento spettacolare e dal ridotto valore qualitativo.
Il vero nemico non è la pirateria
I dati che certificano il calo dell'home entertainment dicono anche che sta diminuendo il numero di persone che acquistano e sta aumentando quello di coloro che noleggiano. E si capisce perché: il noleggio costa molto meno, a maggior ragione se sei un padre di famiglia che paga anche per i bimbi. Questo spinge l' Economist a dire che la pirateria "non sembra più una minaccia così grave" e che il vero problema sono gli scarsi margini di guadagno offerti dal noleggio. I nuovi nemici sono dunque i pezzi grossi del settore: Redbox, che produce distributori automatici di film da piazzare nei centri commerciali, e Netflix, che il film te lo spedisce a casa oppure ti consente di vederlo in streaming.
Se noleggio dev'essere, quale scegliere?
Per gli studios i margini di guadagno sono maggiori se il noleggio avviene attraverso il video on demand su Internet (vod), per il quale però bisogna aspettare. La tradizione vuole infatti che solo dopo quattro mesi di distribuzione esclusiva nelle sale cinematografiche i film diventino disponibili sul mercato dei dvd, dei Blu-ray e del video on demand. Ebbene, Sony, 20 th Century Fox, Disney e Warner Bros. hanno deciso una mossa impensabile fino a pochi anni fa: anticipare il vod di due mesi. Certo, l'idea è di proporre al pubblico prezzi salati, fino al doppio di un biglietto del cinema, ma questo ha comunque messo sul piede di guerra gli esercenti.
La posizione di James Cameron e soci
Gli esercenti hanno poi trovato una sponda in 23 registi di primo piano, tra cui James Cameron, Peter Jackson, Michael Mann, Kathryn Bigelow, Gore Verbinski, Robert Zemeckis, Guillermo del Toro, Robert Rodriguez e Roland Emmerich. Insieme hanno scritto una lettera aperta nella quale stigmatizzano l'anticipazione della distribuzione via vod come l'inizio della fine per le sale cinematografiche, in particolare le piccole.
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