giovedì 19 maggio 2011

Un telescopio sotterraneo a caccia di onde gravitazionali - Wired.it

Un telescopio sotterraneo a caccia di onde gravitazionali

Si chiama Einstein Telescope, costerà un miliardo di euro e sarà costruito a 100 metri sotto terra. Obiettivo: captare le vibrazioni dello spaziotempo. E scoprire se il caro Albert aveva ragione

19 maggio 2011 di Daniela Cipolloni

Il progetto

 

  • Telescopio Et

    Il progetto

  • Telescopio Et

    L'osservatorio Et

  • Telescopio Et

    L'osservatorio Et

  • Telescopio Et

    La caverna principale

  • Telescopio Et

    L'entrata della hall principale

  • Telescopio Et

    Il sistema di tubi e sospensioni

  • Telescopio Et

    Il sistema di tubi e sospensioni

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È un progetto fantascientifico di nome Et. Ma gli extraterrestri non c’entrano. Si tratta di costruire sotto terra un gigantesco telescopio di 30 chilometri di perimetro per dimostrare l’esistenza di uno dei fenomeni più misteriosi dell’Universo: le onde gravitazionali, la scia lasciata dai cataclismi cosmici. Secondo la teoria della Relatività generale, eventi violenti come lo scontro di buchi neri, l’esplosione di supernovae, lo stesso Big Bang in principio, dovrebbero generare increspature nello spaziotempo in grado di propagarsi nel Cosmo alla velocità della luce. Un po’ come le onde di una nave che si sposta sulla superficie dell’acqua. Finora, però, nessuno ha avuto la prova diretta di quanto previsto nel 1916 dal genio della fisica moderna. E proprio a lui sarà dedicato Et, l’ Einstein Telescope, l’osservatorio futuristico che dimostrerà, oltre ogni ragionevole dubbio, se il caro Albert aveva ragione, oppure no. La comunità dei fisici ci crede, e pure la Commissione Europea che ha finanziato per tre milioni di euro lo studio di fattibilità di questo ambizioso osservatorio sotterraneo nell’ambito del settimo programma quadro. L’impresa si preannuncia eccezionale. L’ultimo atto nel forsennato inseguimento alle onde gravitazionali che vede gli scienziati impegnati da oltre mezzo secolo, e ormai a un passo dalla vittoria.

Il piano è quello di costruire un telescopio di terza generazione: sarà un interferometro triangolare con bracci lunghi 10 chilometri l’uno, posizionato a una profondità tra i 100 e i 200 metri, per attutire i movimenti sismici che rischierebbero di mascherare il debolissimo segnale delle onde gravitazionali”, spiega Michele Punturo, dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Perugia, coordinatore scientifico del progetto che riunisce circa 200 scienziati di tutta Europa. “ Come le due generazioni che lo precedono, anche Et si baserà sulle variazioni subatomiche nel percorso dei fasci laser che corrono all’interno dei bracci. In pratica, bisogna misurare lo spostamento infinitesimale, inferiore alle dimensioni di un atomo, di due masse distanti chilometri, nel passaggio di un’onda gravitazionale”, prosegue Punturo: “ Per misurare un simile effetto occorrono strumentazioni ultrasensibili, ed Et migliorerà di un fattore 100 la sensibilità degli attuali strumenti”.

Le presentazioni ufficiali del nuovo osservatorio sono per il prossimo 20 maggio, presso lo European Gravitational Observatory (Ego) a Cascina, in provincia di Pisa. Qui ha sede  Virgo, il fratello minore di Et, un interferometro con due bracci perpendicolari lunghi tre chilometri l’uno, che si estendono nella campagna pisana. Insieme a  Ligo, il corrispondente negli Stati Uniti,  Geo600 e  Tama, Virgo appartiene alla prima generazione di telescopi.

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