Come nasce una Formula 1
Siamo andati nei capannoni (vicino Faenza) della Toro Rosso dove viene realizzata l'altra monoposto made in Italy. Ecco cosa abbiamo visto
20 maggio 2011 di Maurizio PesceL'ingresso della Scuderia Toro Rosso, a Faenza
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L'ingresso della Scuderia Toro Rosso, a Faenza
Faenza, sede della Scuderia Toro Rosso
Uno dei quattro container pronti per essere caricati
Inventario in magazzino prima della partenza per Barcellona
Inventario in magazzino prima della partenza per Barcellona
Inventario in magazzino prima della partenza per Barcellona
Inventario in magazzino prima della partenza per Barcellona
Pezzi di F1 si trovano normalmente anche in corridoio
Il marchio Toro Rosso campeggia anche sulle porte
Franz Tost, Team Principal della Scuderia Toro Rosso
Il calendario 2011 del Mondiale di F1
I macchinari per lavorare gli stampi e le parti in carbonio
Tra i macchinari, la vettura della stagione 2010
Tra i macchinari, la vettura della stagione 2010
Tra i macchinari, la vettura della stagione 2010
Il Toro sulla macchina è aerografato
Firmato Pirkner, che già ha realizzato i tori del marchio Red Bull
Tra i macchinari, la vettura della stagione 2010
Preparazione di uno stampo per lavorare il carbonio
Preparazione di uno stampo per lavorare il carbonio
Gli stampi per lavorare il carbonio sono una miscela di resina, plastica e cellulosa
La scocca è formata da tre strati: carbonio, alluminio, carbonio
Il carbonio si conserva a temperature tra -18 e -20
Nella Clean Room si prepara il carbonio prima di essere infornato
Nella Clean Room si prepara il carbonio prima di essere infornato
Il carbonio viene messo sottovuoto, fasciato con un panno preimpregnato di resina
Il carbonio viene messo sottovuoto, fasciato con un panno preimpregnato di resina
Il carbonio viene messo sottovuoto, fasciato con un panno preimpregnato di resina
Il carbonio viene messo sottovuoto, fasciato con un panno preimpregnato di resina
A Faenza ci sono tre autoclavi per cuocere il carbonio
La cottura avviene tra 110 e 230 gradi, a seconda dei pezzi
I pezzi realizzati vengono analizzati al computer per verificare ogni imperfezione
I pezzi realizzati vengono analizzati al computer per verificare ogni imperfezione
Controlli non distruttivi: con liquidi fosforescente si va a caccia di crepe in ogni pezzo
Il marchio Toro Rosso campeggia anche sulle porte
Gianfranco Fantuzzi, Team Manager della Scuderia Toro Rosso
Gli uffici della Scuderia Toro Rosso
Nel magazzino si trovano tutti i 15mila pezzi che compongono la macchina (motore escluso)
Nel magazzino si trovano tutti i 15mila pezzi che compongono la macchina (motore escluso)
Il box Toro Rosso in Australia
Le Toro Rosso in azione in Cina
La Toro Rosso in azione in Australia
Sebastien Buemi in azione in Australia
Sebastien Buemi in azione in Australia
Sebastien Buemi in azione in Australia
Sebastien Buemi in azione in Australia
La Toro Rosso in azione in Malesia
Sebastien Buemi in azione in Malesia
La Toro Rosso in azione in Turchia
La Toro Rosso in azione in Turchia
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Pagina successivaFAENZA - Quando nella stessa frase parli di Italia e Formula 1 il pensiero va diretto alla Ferrari. Eppure, poco distante, viene ideata, realizzata e assemblata un'altra vettura tutta italiana: la Toro Rosso. L'ombra del Cavallino arriva fino qui, sarà per la vicinanza, sarà - soprattutto - per la fornitura dei motori (e del Kers), che prevede la presenza, praticamente fissa, anche di meccanici di Maranello, gli unici autorizzati a mettere le mani (e gli attrezzi) sul 056 V8 marchiato Ferrari.
Quella attuale è la sesta stagione in F1 e l'intenzione dichiarata dal Team Principal, Franz Tost, è di essere qui per restare: " Da quando abbiamo rilevato la Minardi, abbiamo investito per rendere la Scuderia un vivaio per i giovani piloti che meritano di partecipare al ristretto circo della Formula 1". Il Red Bull Young Driver Programme allena talenti attraverso diverse categorie e il progetto prevede due team in Formula 1: uno per esordire e mettere alla prova le capacità, l'altro - la Red Bull Racing - per gareggiare ad alti livelli. Qui si narra ancora dello storico giorno in cui Sebastian Vettel vinse il Gran Premio di Monza: era il 2008, guidava una Toro Rosso e avrebbe presto avuto un volante nella scuderia maggiore per laurearsi campione del mondo al secondo tentativo, nel 2010.
La STR6 è la seconda macchina completamente realizzata in Italia, da quando il nuovo regolamento ha vietato la cessione di proprietà intellettuale di una vettura ad altri team. Durante i primi anni di vita, infatti, la Toro Rosso usava i telai dismessi dalla Red Bull. Ora, invece, tutta la vettura è realizzata qui. Unica eccezione, la galleria del vento: in scala 1:2, ha sede in Inghilterra, a Bicester. " Quando siamo arrivati avevamo 44 dipendenti. Ora abbiamo 260 persone fisse e oltre 100 stagionali per compiti che richiedono alta specializzazione". È il caso della lavorazione del carbonio: si usano stampi realizzati con una miscela di resina, plastica e cellulosa e, a volte, controstampi in carbonio meno pregiato. Una volta si usava il legno, ma era molto difficile da modellare e problematico nella fase di cottura dei pezzi.
Nei capannoni della scuderia - quasi 10mila metri quadri (che diventeranno 15mila entro il 2012) - troviamo tre autoclavi di diverse dimensioni, adatti a ospitare tutti i pezzi, scocca compresa: è la parte più complicata da realizzare, divisa in due - la parte superiore e quella inferiore - e poi assemblata con una colla speciale (che costa intorno ai 200€/kg). Deve essere leggera, ma resistente: per questo è l'unica parte realizzata a sandwich: carbonio all'esterno e alluminio lavorato a nido d'ape all'interno. La preparazione dei singoli componenti passa per la Clean Room, ambiente dove il carbonio viene fasciato con un panno preimpregnato di resina, imbustato e messo sotto vuoto nella plastica, infine infornato.
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